Ali arrivo’ puntuale mentre stavamo finendo il nostro primo te’.La sera prima a cena era seduto accanto a noi sulla stessa piattaforma e cominciammo a chiacchierare. Aveva un inglese comprensibile e un buon tedesco, che pero’ io non masticavo mentre YS lo parlava benissimo. Comunque fra inglese e tedesco si poteva avere una interessante conversazione e ci fece un’ottima introduzione all’Afghanistan. Ali era sulla trentina, era un maestro elementare e vestiva alla occidentale, o meglio una specie di ibrido fra occidentale ed afghano, come del resto tutti gli uomini in giro sembravano essersi vestiti al mercato dell’usato con abiti vecchi mischiando liberamente giacche a doppio petto con pantaloni-palandrana larghi e stretti alle caviglie ed altri abiti presi alla rinfusa senza scegliere. In testa cappelli di lana o turbanti oppure zucchetti con una sciarpa arrotolata intorno alla testa. Molti panciotti di colori vari, rattoppati e riparati. Una cosa in comune avevano questi uomini: tutti portavano una coperta piegata sulle spalle. Quella coperta e’ un elemento essenziale del vestire dell’afghano, ci spiegava Ali, ti copre dal freddo e ti fa ombra sotto il sole, ti ci siedi sopra o ti ci sdrai e dormi, la usi per pregare o la riempi di mercanzia e la chiudi come un sacco, ti ripara dalla pioggia e dalla neve d’inverno e come se non bastasse puo’ essere usata per procurarti della privacy quando devi fare dei bisogni in mezzo a un campo. Col passare del tempo avrei apprezzato anch’io quel pezzo di abbigliamento. Ali aveva vissuto e lavorato un anno in Germania ed aveva visitato anche il Nord Italia, Venezia e Milano. Era stato anche a Parigi. Parlando dell’Europa che aveva conosciuto a parte la ricchezza e bellezza delle citta’ Ali ci chiese di che avevamo paura noi europei. Durante i suoi viaggi non aveva visto un popolo rilassato o contento. Forse ricco e benestante, almeno rispetto all’Afghanistan, ma non felice. Non era riuscito a farsi amici se non immigrati turchi o iraniani, nessun afghano. Gli afghani non emigrano, diceva, gli afghani stanno bene a casa loro, poveri ma liberi. Sono orgogliosi e guerrieri. Hanno sempre scelto la poverta’ alla umiliazione di essere conquistati, mantenuti e comandati da stranieri. Molti ci hanno provato nel corso della storia, da Alessandro Magno a Gengis Khan, l’impero Inglese e quello Russo…nessuno mai pote’ mantenere una occupazione dell’Afghanistan. I piu’ toccati dalla forza e dalla ostinazione degli Afghani furono gli Inglesi che ci persero quattro guerre ( a parte la storia contemporanea che ha visto la fuga dei Russi e la sconfitta degli Americani) . Il primo intento di conquista inglese nel 1839 fini’ in due anni in tragedia totale con l’annientamento militare e massacro finale dei civili dei quali si salvo’ solo una persona, lasciata viva perche’ andasse a raccontare chi sono gli Afghani. Gli Inglesi ricordano questa disavventura militare come “Disaster in Afghanistan”. Entrarono in 20 mila con le loro giubbe rosse e i pennacchi sugli elmetti e non ne usci’ vivo che uno… La ragione di questa invasione e’ piu’ turpe dell’invasione stessa: la paranoia e l’arroganza imperiale sia quella inglese che quella russa. Arroganza, paranonia e sete di dominio che portarono a quattro inutili guerre che furono chiamate sarcasticamente “The Great Game”. L’Afghanistan era un paese che realmente nessuno voleva durante la corsa di conquista e la creazione degli imperi. Troppe montagne, freddo, popolazione dura e selvatica poche ricchezze da rubare, a parte l’oppio che gli inglesi, in un secondo tempo, avrebbero imposto ai cinesi per mantenersi l’impero in India. Ma all’inizio del’800 l’Afghanistan faceva da comodo cuscinetto fra l’Impero Russo a Nord e l’impero Inglese a Sud Est. Era ancora un paese misterioso e poco esplorato e sia gli inglesi che i russi cominciarono a mandare “esploratori” perche’ raccogliessero informazioni. Oggi li possiamo definire ”spie”. Quando la Russia comincio’ ad avere relazioni diplomatiche con l’Afghanistan gli inglesi videro quella mossa come l’inizio di un pericoloso avvicinamento al loro impero in India considerando anche una possibile invasione. In realta’ i Russi avevano solo mire commerciali e nessuna intenzione di arrivare militarmente in India ma siccome i due non si parlavano gli Inglesi decisero di invadere per primi. In due anni furono decimati dagli Afghani che odiavano essere occupati e disprezzavano e trovavano offensive le usanze libertine degli inglesi e delle loro donne. Ecco chi erano gli Afghani, gente da rispettare.Quella mattina Ali aveva promesso di portarci a vedere i resti di quella che fu una grande moschea e centro religioso distrutta nel 1885 dagli inglesi perche’ temevano che i russi avrebbero potuto trasformarla in una fortezza. Naturalmente a nessuno dei due interessava il fatto che fosse un centro di grande importanza spirituale del mondo islamico, senza contare lo splendore artistico e architettonico. Gli ingeneri inglesi rasero tutto al suolo con la dinamite.Decidemmo camminare attraverso la citta’ e uscire dalla parte opposta dove si trovavano i “cinque minareti” unica reliquia rimasta in piedi di un grande centro con ben venti minareti magnifici, moschee e sacrari.Durante la traversata della citta’ scoprii un venditore di libri vecchi ed usati. Non nascondo la mia passione per i libri usati e mi fermai a curiosare. Naturalmente tutto era in caratteri islamici, bellissimi e psichedelici ma incomprensibili. Pero’ sollevando vecchie stampe mi imbattei in un dizionario Inglese-Afghan Dari, edizione 1967. Il Dari non e’ che una ridenominazione del Farsi una delle lingue parlate in Afghanistan e Iran e tutti lo comprendono. Mi sarebbe tornato utile nei giorni a venire. Ancora ce l’ho, ha sopravvissuto 50 anni di spostamenti, 3 traslochi di continenti ed ora e’ in pensione nella mia libreria insieme ad altri dizionari…Intanto eravamo arrivati ai minareti. Magnifici anche se ridotti in stato pietoso, alti piu’ di 50 metri sembravano ciminiere di antiche fabbriche ma al guardarli da vicino si scopriva che una volta erano stati completamente ricoperti di maioliche. A suo tempo, quando fu costruito nell 1400, era una delle opere d’arte piu’ importanti del mondo islamico e cercavo di immaginare i venti minareti colorati, moschee dalle cupole turchesi e maioliche psichedeliche ovunque. Non restavano che rovine in mezzo al nulla.
Il mio dizionario Inglese-Afghan Dari
- 0
- 0
- 0
- 0
- 0
- 0
- 0
- 0
- 0