Manifesto generazionale — sessantottini–può servire per la diffusione google?
Marzo 2020. Covid e susseguente quarantena. La memoria riporta a Boccaccio e il suo Decamerone ai tempi del colera, allora perché non sfruttare i social che imperano nella comunicazione e farne veicolo per raccogliere novelle di diversi autori?
Questa fu l’idea più di un anno fa e ad oggi abbiamo un gruppo su FaceBook con 200 iscritti e un numero maggiore di visitatori che sono intervenuti con novelle e foto e disegni.
Fin da subito il tratto che sembrava contraddistinguere quanti intervenuti nel gruppo è sembrata essere l’età: tutti oltre la sessantina e quindi con retaggi culturali legati ai Sixties. Questo significa quello che in quel tempo letteralmente esplodeva sulla scena musicale, cinematografica e culturale. Era in quegli anni che in conseguenza di un maggiore agio economico diffuso nel mondo occidentale sorgeva la curiosità per il fuori l’uscio di casa all’ origine di viaggi più o meno brevi di quei ventenni che si affacciavano alla vita colmi di curiosità e bisogno di risposte.
Londra, Amsterdam, New York, India si facevano mete raggiungibili con non molti soldi e facili visti.
Questo finiva per dare un’impronta comune a una miriade di individui che sono poi capitati su questo gruppo Facebook e accattivati dai propositi del gruppo hanno finito per farne meta di interventi e narrazioni connessi ai loro ricordi di viaggi ed esperienze.
In quegli anni Sessanta si diffondeva di pari passo con musica e letteratura l’interesse per le droghe ed eccole riportate nei post pubblicati in Facebook sul Decameronesocial.
Messo da parte il tema Boccaccesco lo scorrere degli interventi si è fatto via via più autobiografico trasformando il discorso del gruppo in una sorta di manifesto generazionale ancorato a ricordi e flash back di sessantottini dotati di questo nuovo strumento offerto dai media.
La ricchezza della raccolta, completa di post e commenti dei partecipanti, ha richiesto una migrazione su una pagina web a sé stante libera da ingerenze Facebookiane inclusa una sorta di censura che vi assicuro c’è stata.