39 – VIAGGIO IN AFGHANISTAN Trentanovesima puntata

Un giorno mi venne l’idea di far dipingere la 2CV come i camion, con scene del Buzkachi ed altre fantasie afghane. Andai a visitare una officina dove si rifabbricavano e decoravano camion e autobus. Era un grande cortile dove convergevano rottami di tutti di tipi, camion vittime di incidenti, autobus finiti fuori strada o semplicemente defunti. Questi venivano smontati, tagliati e rimontati secondo le necessita’. Non si gettava niente. Ogni pezzo, ogni vite, ogni bullone veniva riusato e all’occorrenza ri-inventato e trasformato in qualcosa d’altro. Se un pezzo mancava lo si faceva a mano. Una volta finito di montare il camion veniva decorato e illustrato. Sui tetti venivano saldati portabagagli in ferro battuto, la cabina veniva decorata con velluti e stoffe colorate, ninnoli e pendenti di tutti i tipi e naturalmente frasi del Corano. La carrozzeria poteva essere meta’ di un Ford e meta’ di un Bedford o un vecchio Dodge, oppure, anatema!, meta’ di un Ford americano e meta’ di un Gaz russo. L’importante era che andasse. Non credo che ci fosse bisogno di targa. In quanto alle decorazioni il proprietari potevano ordinare soggetti particolari o lasciare il compito alla fantasia degli artisti dell’officina. I soggetti erano spesso esilaranti, dipinti anche con buona mano, alcuni piu’ esperti, altri senza alcuna idea della prospettiva, erano paesaggi inventati e paradisiaci, laghi, mari, citta’ di grattaceli come New York, lotte di animali feroci, aeroplani e montagne altissime. I pittori erano velocissimi, dipingevano senza pensarci due volte… mi facevano invidia. I loro lavori li trovavo bellissimi e psichedelici a modo loro, l’espressione di una fantasia e genialita’ artistica unicamente afghana. L’aspetto esteriore era importante per attirare clienti. Piu’ un autobus era colorato, decorato e ben mantenuto piu’ facilmente si riempiva di passeggeri. Un conduttore che curava il proprio mezzo risvegliava piu’ fiducia di uno che non prestava attenzione all’estetica. Ma alla fine tutti i trasporti erano usati al momento giusto e si riempivano fino sui tetti, per questo era importante che sui tetti ci fossero delle buone balaustre.Forse, pensavo, decorata opportunamente la 2CV si sarebbe potuta vendere bene in India. Ma la cosa non doveva succedere comunque e per fortuna non spesi i soldi per le decorazioni.Il ragazzino che lavorava al Hotel Band e Amir stava costantemente attaccato alla radio ed il suo cantante favorito era Ahmad Zahir, il cantante che si sentiva di piu’ a Radio Kabul. Piaceva molto anche ai giovani musicisti di Kharabat. La sua musica era una vera fusione di melodie occidentali suonate e cantate con stile medio-orientale. Lunghe interminabili canzoni d’amore che a volte sembravano canzoni napoletane, oppure degli assolo di fisarmonica, il suo strumento favorito, che facevano pensare a Parigi. Questo nuovo stile di “afghan pop” lo rese subito popolarissimo sopratutto fra i giovani afghani con sete di cambiamenti e Radio Kabul non solo trasmetteva le sue canzoni ma produceva dal vivo i suoi dischi che erano vendutissimi in Afghanistan in Iran, Pakistan, India e Tajikistan. Una carriera durata solo 10 anni in cui produsse 30 albums. Un record che lo mette sullo stesso piano di grandi musicisti rock. A volte lo si sentiva cantare in duo con la cantante Zheela il suo equivalente femminile. Il padre era un politico importante, era stato primo ministro ed ambasciatore in molti paesi e da questi viaggi Ahmed Zahir aveva attinto le sue radici musicali negli anni 60/70 seguendo la rivoluzione musicale in Europa e Stati Uniti. Ahmad Zahir era un artista prolifico e un idolo delle masse. Un Elvis Presley afghano.  
La sua musica attingeva dalla poesia persiana e dagli stili classici indiani, toccando spesso lati politici e sociali. Dopo il colpo di stato comunista nel 1978 le sue canzoni cominciarono a criticare il regime marxista creandosi nemici politici.Il 14 giugno 1979, il giorno del suo 33 ° compleanno, Zahir morì in circostanze misteriose. Ufficialmente un incidente d’auto nel Salang Tunnel, ma alcuni lo hanno messo in dubbio.Ci sono opinioni contrastanti riguardo la sua morte, alcuni affermano che sia stato assassinato per la sua posizione politica in contrasto con il governo marxista del tempo, attirato fuori città da un amico e due donne complici e successivamente assassinato. Altri credono che sia stato assassinato su ordine del politico Hafizullah Amin, a causa di una relazione tra Zahir e la figlia di Amin o ordinato da un aiutante di Amin: Daoud Taroon. In realta’ a tutt’oggi la sua morte rimane misteriosa. Il suo funerale fu un evento storico e Kabul rimase bloccata durante tutto il giorno . La sua tomba fu devastata in seguito dai Talibani e restaurata recentemente.Decidemmo di andare a Bamyan a vedere i Buddha scolpiti nella montagna di cui avevamo visto le foto nel Museo Afghano, e da li proseguire verso i laghi di Band e Amir. Secondo le descrizioni la strada non doveva essere un gran che e calcolammo che ci avremmo impiegato un paio di giorni. Non tanto per la distanza, circa 300 chilometri, quanto per le condizioni della strada che praticamente da un certo punto in poi non esisteva.





















 

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