la Grecia prima di scoprire Mykonos: cap X – Telendos

Nicolas e la sua barchetta bianca e blu con gli occhi dipinti sulla prua divenne il nostro traghettatore per tutto il tempo che andammo e venimmo da Telendos.
Ogni volta la breve traversata era diversa: o il motore faceva le bizze, o c’era mare mosso e allora invece di 20 minuti ci si metteva il doppio di tempo o bisognava accompagnare qualcuno dei rari umani che scoprimmo abitavano il quel sasso in mezzo al mare e allora toccava fare un giro più lungo per attraccare .
In una di queste volte, salirono a bordo con noi tre donne già avanti con gli, anni , tutte vestite di nero e con i foulards che coprivano il capo.
Le signore erano , diciamo, bene in carne , e la loro stazza mise a dura prova la barca di Nicolas, già stracarica.
Scesero con noi sulla spiaggia sassosa, pare fosse l’unico punto di Telendos dove si poteva fare un buon bagno senza scarpinare come una capra.
Portavano con loro una cesta ricoperta da un panno bianco , un cocomero e un rotolo di stoffa nera che tenevano sottobraccio.
Appena toccato terra, si allontanarono da noi stranieri e , srotolato il panno per terra, ci poggiarono sopra la cesta.
Noi ci eravamo già sistemati come sempre e guardavamo la scena.
Entrano una alla volta dentro l’acqua, vestite di tutto punto, solo le scarpe erano state lasciate a riva.
Avrei voluto fotografarle, tre macchie rotonde come grosse meduse nere nel mare azzurro e trasparente, i vestiti che gli galleggiavano intorno ,sembravano come anelli di fumo smossi da un soffio di vento. E si tiravano il cocomero a mò di pallone, karpusi , karpusi!Giocavano come ragazzine !
Finito il bagno, si mettono addosso una specie di scialle molto ampio, sempre nero, in modo da coprire i vestiti che , bagnati, gli si erano attaccati al corpo.
Il pudore fino all’ultimo.
Aprono la cesta e da dentro esce ogni ben di Dio, perfino spiedini di montone e tzaziki!
Noi che nel frattempo non avevamo smesso di osservarle, in modo forse non troppo educato in effetti, iniziamo a mangiare quello che ci eravamo portati e fu allora che mio padre si alzò e con la bottiglia di vino in mano e tre bicchieri di plastica, si avvicinò alle anziane .
L’offerta fu ben gradita e in cambio ci diedero un pezzo di pane fatto in casa e spiedini di carne conditi con una salsina divina da leccarsi i baffi.
Un altra volta Nicolas arrivò con a bordo tre tedeschi, un ragazzo e due ragazze sulla trentina.
Vennero con noi fino alla famosa spiaggia ma al contrario delle anziane greche in nero, appena sbarcati, si levarono i vestiti di dosso e si misero a fare fotografie e raccogliere sassi.
Una delle ragazze si chinò in avanti proprio accanto a mio padre e a Pigi che non poterono fare a meno di guardare il bello spettacolo che gli veniva offerto!
Menomale che le rispettive mogli non se ne erano accorte ! Anche perché le due tipe ,sdraiate una accanto all’altra si spalmavano la crema solare in modo molto voluttuoso. Mentre i nostri uomini le guardavano con marcato interesse , il
maschio tedesco era intento a leggere un giornale , seduto a culo nudo e palle al vento su di una pietra che sicuramente era bollente dal sole!
Poi ad un certo punto , forse perché gli sfrigolavano le uova, si tuffa in acqua ,un discreto uccello bene in vista .
L’acqua era fredda e quando ritorna a riva, mia sorella più piccola , di anni 7, candidamente indica l’arnese del crucco che ora era quasi invisibile e chiede : ” come mai mamma, prima di entrare in acqua aveva il coso grande e adesso sembra un fagiolino?!”
Non vi dico le ghignate, rideva anche il ragazzo che si era accorto che parlavamo del suo lui.
Le nostre risate vengono interrotte da una sassaiola che viene giù dal margine superiore della falesia.
Oddio una frana! Via via dalla parete gridiamo all’unisono.
Ci allontaniamo verso il mare e alzando lo sguardo notiamo alcune donne e bambini che ci guardano dall’alto e hanno delle pietre in mano. Ricominciano a tirarcele addosso, mirando soprattutto i tedeschi nudisti.
Mio padre e Pigi prendono i cani e cercano in qualche modo di salire la china .
Quelli di sopra , vedendo che gli animali abbaiavano eccitati e che gli stranieri che stavano lapidando erano intenzionati ad aizzarglieli contro( cosa quanto mai fantascientifica perché i nostri pelosi erano due coccoloni), se la danno a gambe.
Intanto i nostri eroi erano riusciti a salire sul costone, appena in tempo per vedere arrivare le donne senza i bambini ma con alcuni uomini armati di forche di legno. Per fortuna vedono i cani, soprattutto Togor con la sua maschera da siberian husky che sembra il cane del diavolo in persona.
Girano i tacchi e se ne vanno bestemmiando qualcosa nella loro lingua.
Quando i nostri scendono in spiaggia, eravamo già pronti per andare via e i tedeschi si erano rivestiti.
Gesticolano increduli dell’accaduto e dicono di avere fotografato quello che succedeva e che l’avrebbero mandato al giornale “Der Spiegel”!
Che i greci erano incivili, che queste cose erano del medioevo etc.
Mio padre cerca di fargli capire che forse erano delle madri con bambini che volevano venire in spiaggia e si erano sentiti offesi dalle loro nudità.
Non c’era verso di farglielo capire. Non so poi cosa ne fecero delle foto, fatto sta che non li vedemmo più .

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4 risposte

  1. La Grecia di quegli anni, specie le isole, era un autentico Paradiso. Dev’essere per questo che i turisti in vacanza si sentivano in diritto di girare nudi per le spiagge. A me hanno insegnato che un viaggiatore deve imparare a rispettare le usanze – compreso il senso del pudore – del paese in cui si trova. Ricordo che in Afghanistan e in Iran negli anni 70 parecchie hippies un po’ troppo disinvolte con i loro seni al vento avevano fatto una brutta fine.

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