Ci sono alcuni episodi della vita,piccoli momenti , che non ti scorderai mai finché campi.Cose piacevoli e meno piacevoli , ma che faranno parte della tua memoria per sempre.
Quella vacanza greca è stata uno di questi momenti, apri un cassetto e ci trovi dentro un ricordo che ti porta ad un altro ed ad un altro ancora.
Ho tantissime foto ma non con me in questo momento e quando sarà possibile le pubblicherò, saranno sbiadite, sotto o sovraesposte ma penso sarà divertente guardale insieme!
Adesso però ritorniamo a Kalymnos.
Ci eravamo installati nella colonel villa e da buoni viaggiatori l’avevamo trasformata in una cuccia accogliente.
Dani aveva messo i suoi parei in giro,le amache erano state sistemate tra le colonne della veranda, il barbecue era stato pulito , ci eravamo procurati dei bei cuscinoni e delle coperte a righe in lana grezza colorata da mettere sui mobili.Era diventata una casa tropicale/africana/ mediterranea!
Un misto di stili,rispecchiava quello che era il nostro carattere.Il frigo era pieno di vino e di birra,formaggi e verdura, che si poteva volere di più?
Maria, la ragazza in minigonna conosciuta durante lo spuntino, era venuta a farci visita.
Gli mostrammo i pitali decorati con l’effigie del santo Spiridone , magari avrebbe potuto spiegarci che senso aveva fare la pipì su di un santo!!! Si mise a ridere come una matta, non la smetteva più e tra le lacrime dal tanto ridere, spiegò che era una vecchia consuetudine contro il diavolo, perché secondo le credenze locali, se uno si alzava di notte per fare i suoi bisogni , mezzo addormentato , poteva essere preda di Belzebù che nell’oscurità era in attesa che il buon credente espletasse le sue funzioni per poi catturare la sua anima! Non avevo mai sentito una storia così, e Maria continuò spiegando che il nome Belzebu veniva dagli antichi greci , chiamato dio delle mosche prima e poi dio della sporcizia! Quindi bisognini corporali e diavolo , ecco il perché di San Spiridone! Che cosa poi avesse fatto il buon santo per meritarsi un così inusuale destino, non ci fu dato sapere.Ovviamente la spiegazione durò un bel po’ perché come avevo già detto, c’era qualche difficoltà nella comunicazione.
Risolto il mistero, ci diede un po’ d’indicazioni e informazioni utili per andare in spiaggia o fare la spesa.
Grazie a lei scoprimmo Telendos, l’isola quasi disabitata davanti a Myrtie.Un braccio di mare separava le due isole.
Una ventina di minuti in barca.
Telendos all’epoca era il posto dove i pastori portavano le greggi in primavera perché sulle sue scogliere e montagne ,durante la stagione più fresca e piovosa, spuntavano prati ed erbe selvatiche . Una rarità visto quanto erano brulli i terreni isolani.Le bestie venivano traghettate da una sponda all’altra sulle barche dei pescatori .
I pastori occupavano alcune casupole in pietra sulle pendici del monte più alto, e incredibile ma vero, nel periodo della transumanza, c’era l’acqua!
Le scarsissime fonti erano sufficienti per l’abbeverata delle bestiole e per gli umani che le badavano.
Adesso so che invece di capre e pecore arrampicate su massi antichi, si vedono le tutine colorate dei free climbers che sembrano ragnetti sui roccioni imponenti…
Lo stretto canale che divide le due isole nasconde un segreto; si dice che in tempi remoti fosse una valle dove c’erano due villaggi sempre in lite fra di loro.Ci fu un terremoto catastrofico che sprofondò le case e i suoi abitanti facendo si che il mare ricoprisse il tutto.
Non sono molto in profondità ed in effetti pare che nelle giornate di calma, si riesca a scorgere qualche rovina sott’acqua.Di immergersi non se ne parla a meno di non essere molto ben attrezzati ed esperti perché c’è una corrente fortissima.
Dice la leggenda che fu Poseidone ad affondare la valle , stanco delle liti fra gli abitanti dei due villaggi, che non gli facevano offerte perché occupati a fregarsi e a menarsi tra di loro.
Una spiegazione poetica per un disastro naturale che aveva distrutto due comunità.
E allora che aspettiamo, andiamo a Telendos,disse Pigi.
Come arrivarci?
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Una risposta
Nnamompó. Bello peró