Scendiamo a terra ancora increduli, ce l’avevamo fatta ad arrivare a Kalimnos o eravamo sbarcati in un altra isola di cui non conoscevamo il nome?
Intanto era necessario comunicare con quel tipo seduto su di una bitta arrugginita. Unico umano presente in quello che sembrava lo spiazzo di un mercato del pesce a giudicare dalla puzza ,cappello di lana nero su di un volto rugoso come la corteccia di un sughero, sigaretta , occhi così penetranti che luccicavano alla fiocca luce dell’unico lampione acceso.
Sembrava la scena di un film :
…..noi sfatti turisti vomitati dalle viscere di quella infernale carretta del mare, con le macchine cariche all’inverosimile , fermi in questo piazzale buio ;
….un cono di luce che illumina il vecchio seduto
….noi che scendiamo dalle macchine e ci avviciniamo con circospezione ,i due cani al guinzaglio
quello che non fa una piega, si alza, sputacchia, aggiusta il berretto e fa:
Yassas, italiani?
…. noi, con sorriso a 32 denti, siiiii!!!!
…. lui , con un accento siciliano / greco : che minchia ci fate da questa parte dell’isola ? il porto di sbarco per i turisti è dall’altro lato, qui sbarcano solo i camion che trasportano le merci , non le macchine !
silenzio e sguardi tra l’incredulo e l’infuocato di mia madre e Dani verso mio padre e Pigi…
Ma almeno siamo a Kalymnos? chiedono.
Nè ,risponde.
ovviamente il nostro greco era inesistente e in brasiliano , nè vuol dire non è… per cui interpretiamo un semplice “Si”con un ” No”,non è Kalymnos!!!!
Avete presente quando l’aria si può tagliare con un coltello? Beh,non so cosa abbia trattenuto noi signore, eravamo sei contro due ,di risalire in macchina e lasciare a terra i maschietti che cercavano di capire come, cosa, perché?
Il greco sembrava divertito dal nostro smarrimento e forse smosso da chissà quale antico ricordo italico, sempre mooooolto lentamente si avvicina , tira fuori dalla tasca della giacca un pezzo di giornale stropicciato e un gessetto( mi sono sempre chiesta che ci facesse con un gessetto in tasca) e disegna a grosse linee una specie di cartina con le indicazioni per uscire da li ed arrivare in paese, e da li al porto turistico .
Per farla breve, veniamo a sapere che aveva lavorato come interprete durante l’occupazione italiana dell’isola e poi gli inglesi ,come premio per l’aiuto dato agli italiani ,lo avevano deportato in Sicilia dove aveva acquisito quello strano accento.
Ci sentivamo sollevati, avevamo capito che l’isola era quella giusta ma ora si trattava di arrivare a Myrtie , un villaggio che si trovava dall’altra parte rispetto a noi e dove avevamo affittato una casa.
Niko, così si presentò il vecchio, con santa pazienza ci spiegò come avremmo dovuto fare per andarci , passando
da Kalino.
Cominciava a schiarire e i contorni delle cose, prima indistinti , si facevano via via più riconoscibili.
In effetti eravamo in un mercato, c’erano
banchi in legno e montagne di spugne grezze,Kalimnos era e penso lo sia ancora, molto rinomata per la qualità delle sue spugne e per i suoi abili pescatori in grado di raccoglierle in apnea.
Non avevo mai visto una spugna grezza!!!
Ce n’erano di tutte le misure e consistenza, avrei voluto prenderne una dalla pila ma non mi sembrava il caso e ho lasciato perdere, avrei pescato la mia propria spugna! Illusa,ahahaha, me ne sarei accorta che la cosa non era così semplice.
A dire la verità, la vacanza a Kalymnos era stata decisa su suggerimento di un amico greco , Dimitri,originario dell’isola e pescatore di spugne egli stesso.
Amico , che tra parentesi, ci aspettava nell’altro porto dove saremmo dovuti sbarcare .
Salutato il vecchio Niko, a cui avevamo lasciato un paio di pacchetti di sigarette MS, col sole che era definitivamente sorto, ci avviammo verso la città.
Come la maggior parte delle isole greche, il paesaggio estivo si presentava con i colori della terra brulla, campi arsi dal caldo interrotti qua e là da file di muretti a secco, oleandri coloratissimi e macchia mediterranea.
L’origano,il rosmarino e l’elicrisio,quando chiudevi gli occhi ,potevi sentire il vento che portava quel profumo che poi ti si appiccicava addosso come una seconda pelle , profumo di Grecia, la prima cosa che sentivi quando scendevi dal traghetto o dall’aereo.
Dovevamo sbrigarci ad incontrare Dimitri il quale ci avrebbe condotto a Myrtie e che probabilmente a questo punto della mattinata, non vedendoci arrivare, ci aveva dato per dispersi.
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3 risposte
E poi….? ancora please..
Bellissimo. Profuma di Grecia
grazie 🙏🏻