Strano come quando apri i cassetti della memoria, trovi infilato nell’angolino sempre qualcosa di dimenticato che ti apre un mondo che pensavi ormai sepolto nel passato.Eravamo arrivati al porto di Atene , il Pireo.Beh, io ho sempre avuto un debole per i porti… per le stazioni e gli aeroporti non particolarmente,ma i porti, con quelle gru gigantesche che spostano tonnellate di container , le navi grandi e piccole, la folla eterogenea di gente che cazzeggia in attesa di salire a bordo, hanno sempre esercitato su di me un certo fascino.Significa partire ma anche arrivare da qualche parte.Mi piace vedere il ferro delle catenarie corrose dal sale, i colori di questo mondo a se,incastrato fra terra e mare,le ombre delle macchine che si riflettono in pozze oleose.Forse fa parte di un ancestrale imprinting genetico, chi lo sa.Passata la sbarra d’ingresso andiamo a fare i biglietti per l’imbarco.Altro che i potenti mezzi di adesso, il traghetto su cui avremmo dovuto salire, il condizionale è d’obbligo, era una bagnarola a chiglia piatta, una imbarcazione usata per la navigazione nei fiordi norvegesi.L’ideale per solcare le calme acque de mare Egeo con i suoi bei venti di maestrale o meltemi!Mal di mare assicurato!Lo sconforto dipinto sulla faccia di mia madre svanisce nel momento in cui scorge, qualche macchina più in là , la coppia di amici con il loro cane che avevano deciso di fare questa vacanza insieme a noi.Erano partiti prima dall’Italia ed erano quindi già li da un giorno.Pigi e Dani,li avevo incontrati per la prima volta nel residence dove alloggiavamo quando eravamo arrivati a Roma. Lui un bell’uomo , di famiglia nobile napoletana, un trascorso al cinema come comparsa nei Kolossal di Cinecittà , lasciata la promettente carriera da attore perché si era stancato delle continue avances ,con mani sul culo e altro,di uno dei tanti registi/ produttori,adesso gestiva una nota azienda vinicola per conto una famosa principessa romana.Lei ,alta borghesia milanese, bellissima donna, un matrimonio finito male con un conte siciliano che dopo avergli fatto fare da fattrice per avere due eredi maschi, gli aveva dato il benservito, da una vita in mezzo a milionari e vips e un paio di elettroshock ,aveva cambiato rotta e si era dedicata ai cani abbandonati .La cagnetta che li accompagnava era infatti uno di quei trovatelli ed era compagna di giochi di Togor , l’husky di famiglia.L’occasione d’incontro c’era stata quando portavo il mio cane a fare una passeggiata nel giardino del residence e i due quadrupedi si erano annusati e piaciuti. Dani mi aveva salutato cordialmente ,detto che non aveva mai visto un cane come il mio a Roma, e si avvicinò per accarezzarlo. Fu allora che notò il dorso delle mie mani conciate da buttare via, avevo dei solchi da cui usciva un po’ di sangue, secche, screpolate,un disastro insomma.Era il risultato di dovere fare il bucato a mano per 6 persone, niente lavatrice a casa e come sempre il lavoro duro toccava a me, chissà perché ahahah…Cinderela!Impietosita, m’invitò a casa sua dove mi avrebbe dato una pomata .Caso volle che i nostri appartamenti fossero vicini e così, tra una chiacchiera e un ‘altra nacque un’amicizia che sarebbe durata per molti anni.Ecco quindi che c’incontravamo, come d’accordo, in quel del porto.Baci e abbracci, si va a prendere i biglietti,si sale in macchina, ci s’imbarca, si cerca dove è la cabina e…dall’altoparlante una voce in greco e in inglese informa che per un problema tecnico il traghetto non salperà e che i signori passeggeri sono pregati di scendere a terra.Sgomento!Veniamo a sapere che l’armatore non aveva pagato alcune tasse allo stato greco e quindi gli era stato sequestrato il natante… solo che questa decisione era avvenuta in quel preciso momento!Episodi così in Grecia, in futuro l’avrei capito,sono normali , quante volte l’Olimpic o le compagnie dei traghetti hanno lasciato la gente a terra… senza spiegazioni….come quella volta a Mykonos che ero in attesa dell’ultimo volo che non arrivava mai e alla mia leggermente incazzata richiesta del perché ,l’impiegata serafica mi guarda e mi fa: ” don’t be upset, we, you , cannot do anything, no plane no flight”.. cioè della serie cavoli tuoi se rimani a terra.Quindi sbarchiamo e adesso che si fa?Non avevamo programmato di fermarci ad Atene ,la comitiva era di 8 persone più i due cani, e i greci all’epoca non avevano molta simpatia , come tutti i popoli levantini, per gli “skyloi”.Faceva un caldo terribile,era ora di pranzo, e non avevamo idea come fare per andare a Kalimnos.Vediamo un gruppo di nordici, riconoscibili perché in mezzo a tutta quella umanità urlante, incavolata e puzzolente erano gli unici biondi, bianchi ma soprattutto calmissimi!Non gliene poteva fregare di meno, con i loro zaini enormi, le Birkenstock con i calzini , una birra in una mano e una canna nell’altra, avevano una specie di librone e si consultavano con evidente soddisfazione indicando un altro traghetto ormeggiato alla fine di uno dei pontili.È stato un attimo, con la faccia di tola che mi contraddistingue, per non usare un altra parola, gli chiedo se sapessero darci un idea di come fare per arrivare a Kalimnos.Lo sapevano, che domanda! organizzatissimi nonostante dall’aspetto non gli avresti dato un soldo, ci dissero, in perfetto inglese britannico , che una nave sarebbe salpata la sera stessa, verso le 23 ma che non era un viaggio diretto ma avrebbe fatto moltissime tappe in varie isole tra cui la nostra.Fantastico, l’idea di passare mezza giornata su un piazzale infuocato non era il massimo ma che dovevamo fare?A quel punto, parcheggiate in un garage a pagamento le macchine cariche all’inverosimile , tagliati in mezzo alla strada , con i passanti che guardavano allibiti,i jeans di tutti noi in modo da soffrire meno il caldo ,decidiamo di andare a vedere l’Acropoli.Eravamo bloccati nella culla della civiltà…quindi perché perdere l’occasione?Devo ringraziare il traghetto sequestrato, penso all’emozione di salire e arrivare sotto alle colonne del tempio dedicato ad Atene, camminare in quel luogo dove anche la più piccola pietra trasudava storia,poter toccare con mano quello che avevo solo studiato sui libri, beh , ragazzi , nemmeno la visita al Colosseo mi aveva dato tanto, forse una sensazione così intensa l’avrei avuta , sempre parlando della Grecia,al ritorno dall’isola , quando una notte , scavalcai la recinzione ed entrai nel teatro di Delfo, con la luna piena e i fantasmi dei commedianti a farmi da guida.
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