Giugno 1976.Facevo fatica ad ambientarmi ,soprattutto dopo che, appena arrivati nel Vecchio Continente, i miei mi avevano sbattuto insieme alle mie sorelle,in Svizzera , in un pseudo “convitto “che mi ha fatto capire perché in inglese essere prigionieri in galera si dice “convicted”…Li la doccia si faceva una volta alla settimana , il cibo consisteva in patate e qualcos’altro di proteico non ben definito, ero ingrassata di 10 kg in 60 giorni….anche perché l’unica cosa commestibile erano le Tartines, banalissimo pane con marmellata ma che chiamato con quel nome sembrava preparato da Escoffier in persona.Parlavo a malapena francese e italiano, li capivo benissimo perché mia nonna era francese e mio padre, sebbene nato in Canada, era di origini italiane , quindi le due lingue erano sovente usate a casa al posto del portoghese, soprattutto quando c’erano discussioni e non si volevano fare capire dai presenti.Mio padre diceva che quando erano arrivati i romani in Gallia, avevano trovato gli indigeni sugli alberi, mia nonna ribatteva che la Grandeur Française non aveva rivali ed era patria di dotti e illuministi….Discussioni colorate che ascoltavo divertita e che mi hanno sicuramente aiutata quando si è trattato di imparare due lingue così diverse dalla mia.Tant’è che, arrivata in questo ridente villaggio svizzero, riuscivo a capire e a farmi capire,ma scrivere, beh, ancora oggi le doppie in italiano per me restano un mistero! Faggiolini o fagiolini, piogia o pioggia?Scrivere, mah, se penso che mi censuravano le lettere che spedivo a casa ogni 2/3 giorni… e menomale che mio padre mi aveva detto che lasciavamo una dittatura militare per un posto dove la libertà di parola e personale era sacra. E a questo proposito non dimenticherò mai che ho rischiato grosso quando avevo osato controbattere , in piedi, incazzata come una vipera, a lezione di educazione civica ,quando ero ancora in Brasile, che gli animali sognavano( avevo letto Lorenz) e che anche i neri avevano un anima!!!Cacciata da scuola per una settimana, nota di biasimo e scuse pubbliche davanti a tutti rimangiandomi le mie rivoluzionarie affermazioni… avevo 6 anni….Ovviamente dopo due mesi di “conviction” sulle Alpi, il che mi ha lasciato un leggero, appena appena leggero , disprezzo nei confronti degli svizzeri , l’idea di passare l’estate in un isola greca mi parve un sogno.Avevamo un Renault 16, bianco, battezzata la Caccavella, che ci ha accompagnato nei viaggi per l’Europa, pazientemente per quasi 10 anni per poi esplodere , davanti a un Hotel di lusso a Genova , vomitando noi, cane, nonna, pannolini etc davanti a nobili cariatidi decadute e a un usciere allibito.Per il momento però la Caccavella era in piena forma e stipati come sardine, eravamo in 6 più il cane, un siberian husky di nome Togor,venuto con noi in nave dal Brasile, ( sospetto che mia madre insistette per viaggiare per mare invece che via aerea proprio per portarsi dietro Togor), bagagli e masserizie varie sistemati sul portapacchi e in tutti gli spazi disponibili, partiamo da Roma , via Brindisi, Patrasso , Pireo(Atene) , per l’isola di Kalimnos.Non ho ricordi particolari fino all’arrivo nel Pireo , l’unica immagine , scolpita nella mente, è il passaggio lungo il canale di Corinto! un opera incredibile se si pensa che è stato Nerone a iniziare i lavori di scavo, con l’aiuto volontario di prigionieri …pare ebrei, così mi disse mio padre,ricordando alcuni episodi di guerra, la sua guerra , che gli erano poi valsi per essere nominato fra i tanti con il titolo di “giusto fra le nazioni”.Era il tramonto e l’immagine di questo canyon nell’acqua, le pareti liscie e alte era maestosa!Mi sentivo piccolissima e ammiravo il tutto con il naso all’insù e la bocca aperta.Un caldo affoso, cicale, terre brulle, sassi, asini , asfalto rovente,qualche ora dopo lo sbarco sulla terraferma ed arrivavamo ad Atene.
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