L’unica e ultima volta che ero stata in Grecia, era l’estate del 1977 ,ci sono ritornata 20 anni dopo,nel 1984/85 ,a Mykonos ,che sarebbe diventata il mio secret hideaway fino all’ inizio del nuovo secolo.Sbarcata letteralmente in Europa quell’anno, il 1 aprile ,manco a farlo apposta , nel porto di Napoli,con famiglia e cane al seguito, iniziava la mia seconda vita, ma quella è un altra storia.Ero partita da Santos , una notte nebbiosa di marzo , non molto convinta di seguire la mia famiglia in un avventura che a detta di mio padre ,sarebbe durata un paio d’anni…. così non è stato…la sua ricerca è durata tutta la sua vita e in Europa ci siamo rimasti.Come in un film, vedo due figure in banchina,sotto un lampione dalla luce gialla, hanno una tromba in mano, le loro ombre si confondono con le note che escono dagli strumenti, stanno suonando, suonano il Silenzio … forse per qualcuno che sta partendo come noi per un futuro incerto, ma il risultato è che se mio padre non mi avesse afferrato il polso con violenza, io ero già sul punto di buttarmi in acqua e raggiungere il molo a nuoto !!!Le due settimane passate in nave erano state divertenti, almeno per me che ero adolescente , il vecchio Eugenio C , adesso sembrerebbe una scialuppa in confronto ai mostri di 12 piani, 10 piscine, palestre , casinò , 10 ristoranti e altrettanti bar, aveva ancora il fascino di tempi andati e provvedeva ai suoi passeggeri coccolandoli con ottimo cibo, musica, cabaret e un paio di pozze d’acqua che erano orgogliosamente chiamate piscine.In una di queste piscine mi ero cimentata in un gioco che consisteva nel tuffarsi e raccogliere nel minor tempo quante più posate che vi venivano gettate . Un po’ come i ragazzini che raccoglievano le monete che i turisti buttavano dagli scogli in vari luoghi della Terra…. solo che il premio era un portachiavi con il logo della Costa.L’ho vinto io , in una strenua lotta all’ultima forchetta contro una ragazzina tedesca biondissima, bellissima e altrettanto odiosissima!Molto fiera del mio premio , chiesi al bel marinaio che buttava in acqua le posate,almeno ai miei occhi di adolescente così pareva, un bacio , per suggellare la mia vittoria definitiva contro la crucca( per me all’epoca tutti i Tedeschi erano nazisti), che gli faceva gli occhi da pesce lesso dall’inizio della gara.Mi ero sentita molto importante quando come vincitrice della contesa, ero stata invitata al tavolo del comandante,con il mio primo vestitino lungo da sera, una specie di sottoveste di voile di cotone con il corpetto a nido d’ape, facevo la mia bella figura di ragazzina evidentemente a disagio seduta a quel tavolo dove erano presenti anche due bellissime hostess/ modelle di Roberta di Camerino, contese dai tacchini in smoking.Era la cena di gala per il passaggio dell’Equatore.Nonostante la minore età, ero riuscita a convincere un compiacente barista che avevo l’età giusta per un drink alcolico, e quindi passavo i miei pomeriggi sorseggiando un Punt e Mès o un Rosso Antico , guardando le onde dell’Atlantico infrangersi sulla fiancata della nave .Penso all’oceano che mi ha allontanato e separato dalla mia adolescenza ma anche al mare , il Mediterraneo , che mi ha fatto scoprire chi ero e cosa volevo fare , quando due mesi dopo l’arrivo in Italia , sistemati alla bell’e meglio a Roma, mio padre comunicò alla famiglia tutta, incluso il cane, che avremmo passato i mesi estivi in Grecia, a Kalimnos.Era fatta, Circe o chi per lei mi avrebbe stregato e da allora la Grecia sarebbe rimasta il mio posto speciale .
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Una risposta
La vita è un romanzo… e questo inizio è molto promettente