il Doc

Se n’è andato Sandrino. In Australia dove viveva da una vita ormai. Ci siamo sentiti un paio di volte via Whatsapp e continuamente con Facebook.

La conoscenza invece fu nel 70. Io sulla veranda della mia casa di Baga intento a lavorare uno dei miei quadri, ne feci una cinquantina in quell’anno a Goa.

Sulla sabbia vedo venire verso di me un tipo con un pareo, un gilet, capelli corti e dei gran baffoni spioventi. Sulla gamba si scorge un apparecchio ortopedico che lo fa avanzare claudicante. Appesa alla mano una borsa da dottore.

Rallenta un istante per domandarmi se so in quale delle numerose case all’intorno sparse tra le palme abita un’americana di cui non ricordo il nome. Gliela indico e gli domando se non fosse stato italiano visto che il suo inglese non mi convinceva. Conferma di essere di Firenze e prosegue nella direzione indicata.

Trascorse un paio d’ore ripassa di lì e si siede sul bordo della bassa veranda.

Un Caju per le presentazioni e mi racconta di aver seguito il parto dell’americana. Un maschio, e di sé mi dice di esercitare la professione in Angola, appena liberatasi dai portoghesi, e lì ad Anjuna di essere ospite di Piero, il bolognese che io ogni tanto incontravo.

Una chiacchierata piacevole che si rinnova dopo qualche giorno quando viene a trovarmi insieme a Piero.

Divennero così Sandrino, detto Doc, e il Piretti: più di cinquant’anni di amicizia con entrambi.

Sandro se ne tornò in Angola, era un leprologo di fama internazionale, dove rivestiva anche non so che incarico importante per conto della Farnesina.

Fu proprio quell’incarico a farlo emigrare via da lì quando gli giunse un assegno dal nostro ministro degli esteri per un aiuto al governo angolano. Andreotti, mi sembra fosse all’epoca, gli disse di girarlo al capo del governo angolano e Sandro suggerì di evitare il passaggio su un conto privato ma da Roma la risposta fu di fare come gli era stato detto.

Il Doc storse il naso, fece come gli veniva ordinato e se ne partì per l’Etiopia dove l’Onu lo accolse a braccia aperte.

Non ricordo quanto rimase lì ma dopo qualche tempo, sempre sotto l’egida delle Nazioni Unite, si trasferì a Cabo Verde. Un salto in Brasile ad un certo punto della sua storia ma quell’isola ex portoghese fu la sua casa per anni.

Tempo fa ho scritto una pagina sul Decameronesocial citando Roberto Vecchioni e lui è intervenuto ricordando quanto gli aveva fatto piacere un pacco che gli mandai con un paio di cassette di Vecchioni e l’ultimo libro di Corto Maltese.

Lunghe passeggiate a cavallo era la sua vita in quello scoglio e raccoglieva aneddoti tipo quello della visita strombazzata della signora Fanfani che non so che incarico ufficiale avesse e che emozionò tutta l’isola trepidante sulla pista d’atterraggio. Il velivolo militare atterrò, ne scese la Fanfani che fece una brevissima passeggiata davanti alla fila di autorità locali che attendevano, seguita da una crocerossina che omaggiò di un foulard gli astanti, risalì in aereo e volò via.

Sandrino si era sentito una merda ad essere stato uno degli organizzatori di quell’evento come mi raccontò poi a Roma dove venne due o tre volte.

Stava a casa da me e la sera ce ne andavamo in giro

per locali a scolarci Tequile, vizio comune.

Ci capitò anche di incrociarci nuovamente a Goa dove eravamo entrambi ospiti di Piero.

Poi lui finì per sposarsi, credo sia durato un anno quel matrimonio, e da Cabo Verde, un periodo a Ginevra per poi finire nel sud dell’Australia dove ancora viveva.

Ci siamo sentiti via telefono un paio d’anni fa quando l’ho esortato a mettere sul Decameronesocial qualcuno dei suoi meravigliosi disegni che ha fatto per tutta la vita almeno fino a un paio di mesi fa.

Una matita magica e io ne ho un’ampia raccolta fin dai tempi di Goa. Proprio oggi un suo amico ha messo un link su Facebook (https://www.facebook.com/alessandro.loretti.9/photos_by) per vedere gli schizzi più recenti. Alcuni dei più antichi ve li ho messi qua.

Che se n’è andato portandosi via un mucchio di ricordi e tanto, tanto affetto.

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2 risposte

  1. Mi ricordo i suoi disegni sul Dec di fb. Ci sono immagini, foto disegni, quadri…, che si guardano velocemente e poi si passa al prossimo finche’, raramente, l’occhio si ferma perche’ vede qualcosa…E li’ la mente comincia a ricevere gran numero di informazioni che quella immagine trasmette. Sono immagini speciali perche’ trasmettono verità. I disegni di Sandrino trasmettono una grande osservazione della verità’. Con un grande senso dell’umorismo fino a prendere in giro se stesso. Peccato non averlo conosciuto. Mai avrei sospettato la sua vera vita, il suo lavoro di medico, le NazioniUnite etc..

  2. Grazie Pino!
    Non l’ho conosciuto personalmente ma quando pubblico’ i suoi disegni nel decameronesocial
    ne rimasi veramente preso. Uno stile unico, col quale descrive benissimo soggetti e situazioni,
    e mi piacque subito! Pure non avendo condiviso le vostra esperienza in India, quei disegni me
    l’hanno resa perfettamente.
    Ciao Sandrino, buon viaggio e grazie dei disegni!

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