CARI GENITORI

22 04 2020

CARI GENITORI.

Cari genitori, so che state attraversando un momento difficile. Quando mi avete adottato eravate pieni di amore e attenzioni, giuravate che non mi avreste mai lasciato e quando ero piccolo mi chiamavate cucciolo, mi ricordo le lunghe discussioni che avevate per trovarmi un nome fin quando finalmente ne decideste uno. Quando mi ammalavo mi portavate a letto tra di voi, venivo visitato dai migliori specialisti, mille attenzioni il miglior cibo e devo ammettere che non mi mancava niente. Mi avete mandato a scuola per avere una buona educazione. Ma poi qualche cosa non ha funzionato tra di voi. Avete iniziato a discutere, non vi siete più parlati per poi prendere la decisione che non volevate più vivere insieme. Mi avete coinvolto nella vostra separazione e ora avete deciso di divorziare. Mi avete portato in tribunale per decidere a chi dei due dovessi essere affidato. Gli avvocati dopo lunghe trattative hanno trovato un accordo. Papà dovrà dare una somma mensile per gli alimenti a condizione che lo possa vedere nei fine settimana e trascorrere dei periodi in estate o al mare o in montagna. La scelta inizialmente non è stata gradita, ma le condizioni erano quelle richieste dall’avvocato, prendere o lasciare. In casa non c’era più niente che gli appartenesse, solo qualche odore che con il tempo svaniva . Nè foto nè abiti. Quando mi veniva a prendere, riconoscevo la sua scampanellata. Correvo festante verso la porta. Scendevo le scale e festosamente salivo in auto. Mi portava al parco, lì lunghe corse e partite con la palla. Biscottini della migliore qualità, bevute alla fontanella e poi correre nuovamente. Il tempo volava e l’orario andava rispettato. Mi riportava a casa suonava il campanello, il portone si apriva e risalivo le scale. Quando arrivavo al primo pianerottolo mi fermavo e lo guardavo, lui con una mano teneva il portone e con l’altra mi mandava un saluto. Anche io gli manifestavo la gioia di averlo visto. Avrei dovuto attendere un’altra settimana prima di poterlo rivedere. Vi incontravate una volta al mese per passarvi l’assegno del mio mantenimento. Non una parola. Una mano porgeva e l’altra afferrava e poi andavamo via. Solo il mio sguardo li fermava e dopo un periodo di tempo si scambiarono delle parole, non erano belle , anzi erano piene di accuse. Tu hai fatto, tu hai detto, si ma tu avresti potuto e via così ma almeno si parlavano, poco ma si affrontavano. Dovetti intervenire io in una di queste discussioni. Lui mi accarezzò e lei fece altrettanto. Le loro mano si sfiorarono, non si allontanarono, anzi mi riempirono di carezze fino a che si unirono tra di loro e poi dopo essersi guardati negli occhi si abbracciarono per poi baciarsi . Alcune lacrime, qualche singhiozzo e fu la pace. Mi strinsero tra di loro, fui sommerso di baci e carezze. Ero felice finalmente la famiglia era unita nuovamente. Finalmente tutto tornò nella normalità, ritornarono a vivere insieme, passeggiate, carezze e biscottini. Anzi festeggiarono il mio compleanno invitando amici e parenti. Una vera festa di compleanno con cappellini, dolciumi, bevande, noccioline e tante risate e alla fine anche la torta e i regali . Tutte le mattine e le sere una bella passeggiata nel parco.

Cari genitori sono molto felice che abbiate fatto pace ma, per cortesia, raccogliete le mie cacche .

Con affetto il vostro cane.

 

 

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Sandro Ludovisi

bello…grazie Eddy!

 

Emanuela Limiti

Bravo Eddy

 

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