La gara delle treccine

Stasera stavo riguardando il film: La febbre del Sabato sera. Lo ricordavo leggero, dove John Travolta ballava e faceva il bullo-bello-ballerino del quartiere. Invece mi sono accorta di come quel film fosse molto più profondo di come lo ricordavo. Brooklyn, le comunità italiane, la miseria umana, la violenza. Questi giovani senza speranze che sono i bulli del quartiere. Girano per le strade con una vecchissima macchina americana anni “50, tutta rattoppata. La macchina é il simbolo della loro libertà. Lì dentro fanno tutto, si drogano, parlano, scopano, stuprano. La usano per colpire le bande rivali. Tutto avvolto dalle canzoni disco dei Bee Gees . L’unica uscita per Tony Manero (John Travolta) é il ballo, bravissimo, seduttivo, con i pantaloni a zampa di elefante strettissimi e le camicie di nylon con il colletto a punta. Le sale da ballo dove si svolgevano le gare e dove Tony era considerato un dio. Proprio quelle sale da ballo, mi hanno fatto ricordare una gara insolita: la gara delle treccine. A Caracas, era il 78 o 79, sono stata invitata ad un concorso. Si svolgeva nel centro della città nella parte più popolare, in un salone come quello del film. Attorno c’erano tante toilettes con lo specchio, come le postazioni di un parrucchiere e sedute delle ragazze pronte ad essere pettinate dal loro parrucchiere. Era la gara di pettinature trinitarie, cioè dell’isola di Trinidad. Una comunità che viveva a Caracas. Le ragazze erano tutte di colore, con i capelli afro. La gara consisteva in realizzare pettinature di treccine. Noi eravamo seduti attorno e nel centro c’era il “santero” che era un grandissimo signore pieno di collanine e di anelli. Era lui il più importante, e quello che dava i premi. Noi seguivamo affascinato lo svolgersi della gara. Le treccine erano di tutti i tipi: elaboratissime, colorate, con nastrini e perline. Alla fine il signore importante, consegnava il premio alla migliore pettinatura. Si brindava. È stato un viaggio in un altro mondo, il centro di Caracas dove quelli dell’est non vanno mai, un mondo parallelo, in cui anche le cose più insignificanti acquistano, per tanti, un valore e un pretesto per stare insieme. Ci sono gare di scacchi, di matematica, di atletica ma questa è la più originale a cui ho assistito.

  • 0
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0

I miei articoli

La casa delle piume

Nel 1890 arrivano a San Fernando de Apure, in Venezuela, tre fratelli: Francesco, Felice e Giuseppe Barbarito chiamati dai venezuelani: Francisco, Felix e Pepino. Arrivavano

continua a leggere »

Un viaggio

Un viaggio. E così con pochissimi soldi in mano, partii per il Venezuela. In quei tempi il volo più economico era via Lussemburgo-Barbados, come Paci.

continua a leggere »

Roma e Campo de’Fiori

Roma e Campo de’Fiori Lo studio di disegno tessile, che si chiamava Faro, era in piazza della Cancelleria, proprio accanto a Campo de’Fiori. Facevamo disegni

continua a leggere »

Palermo

Palermo Nel 1966 avevo 18 anni. Vengo da una famiglia tradizionale, diciamo alto borghese con un tradizione religiosa molto forte. Niente liceo artistico, ambiente corrotto.

continua a leggere »

Una risposta

  1. Ricordo una volta a Las Flores andai a fare le fotografie di pettinature “treccine” e altro in un “salon de belleza” di trinitarie amiche di Cruz e sorelle. Purtroppo ho perduto i negativi. Fotografai tutto il processo e alla fine ci fu la sfilata… troppo divertente…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

The maximum upload file size: 2 MB. You can upload: image, audio, video, document, spreadsheet, interactive, text, archive, code, other. Links to YouTube, Facebook, Twitter and other services inserted in the comment text will be automatically embedded.