22 Dicembre 2018
Mancano pochi giorni a Natale e sono a Caracas guardando Raitalia cioè la Rai internazionale. Esattamente l’eredità, aspettando il telegiornale.
Ieri sono stata al centro di Caracas che anni fa era il mio luogo preferito. Ci trovavi negozi di erboristeria che qui sono posti dove trovi tutti i tipi di erbe, candele con colori diversi secondo le tue necessità, statuette di vari santi, alcuni veri, altri parte della religiosità Venezuelana: Maria Lionza che cavalca un formichiere ed é la regina indiscussa della selva e la sua corte piramidale dove in cima c’è lei ed al suo lato: il negro Felipe e l’Indio Cacique Guaicaipuro. Le culture che hanno formato questo paese: africana, India.
E poi sotto ci sono tantissime persone tra cui , in fondo, anche Hitler, ed i “malandrini” che attraverso riti, devono purificarsi e pulirsi dalla loro malvagità.C’è la corte India, formata da indios famosi, la corte africana e quella vikinga. Difficilissimo per me capire la logica. Si trovano statuette di Jose Gregorio Hernández non ancora santo ma aspirante. Un medico che sembra Charlot e che fu ucciso nel 1919 da una delle pochissime macchine di Caracas. Ha pure un altare in una chiesa ed é molto simpatico, curava i poveri.
Statuette di Chavez vestito da militare.
Adesso non ci vado più. Ieri mi sono accorta di come mi sentivo insicura!
Tanta gente per strada vendendo le cose più semplici: un pacco di riso, mango verde con il sale, paghi per usare un cellulare e fare una chiamata, per usare l’accendino ed accendere la sigaretta. Si arrangiano come possono!
E poi ci sono i palazzi del governo, dell’epoca coloniale, bellissimi e ben tenuti, sembrano fatti di zucchero, entri in un altro mondo: i cortili curati verdi verdi sotto il cielo azzurro.
Puoi camminare con sicurezza nella piazza antistante.
Domani vado al mercato di Chacao (Chacao era un indio che viveva nella valle di Caracas quando arrivarono gli spagnoli), il mercato offre moltissimi prodotti di questo paese: manghi, banane di tutti i tipi, ananas, cioccolato, lo zucchero solido di canna, la farina di yuca eccetera. Ma tutto è caro ed i prezzi aumentano di giorno in giorno.
Ma quando vado lì é bello per i colori, per gli odori e perché ancora, dopo tanti anni mi sembra una avventura.
Sto leggendo un libro che si chiama:” Il re nero” racconta di come i paesi produttori di petrolio sono quelli dove c’è la più grande miseria.
Penso che il Venezuela ne é un esempio.
Qui c’era un treno bellissimo, una fiorente agricoltura, si coltivava il grano, il cotone.
Con l’arrivo del petrolio divenne tutto facile, si costruirono strade per le macchine che diventavano sempre più numerose. Il treno sparí ed i trasporti diventarono solo aerei o terrestri. Tutto importato! Il grano, il cotone, le macchine…. Il petrolio diventa una droga, dá dipendenza, ti sembra di potere comprare quello che vuoi.
Qui ho vissuto l’epoca di bonanza ed adesso la decadenza, ma la natura se ne frega e continua a dare bellezza.
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