La Poderosa e la chica morena di Caracas

Guerrino Zorzit

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04 04 20

 

La Poderosa e la chica morena di Caracas

A Pierpaolo

…si! ricordo bene Paolo, il tuo motto era: chi conquista il cuore, conquista la causa (rivoluzionaria)… e che però, quasi sempre, ti fermavi al cuore! come quella volta, a Caracas con la Poderosa stanca, senza carburante… la fortuna ci aiutò… incontrammo Elisandro, un porteños che conosceva Juanita, la figlia di tuo cugino Marcelo, il figlio di zio Ceferino. Si era trasferito qui, molti anni fa, da Buenos Aires per gli occhi di una ballerina di joropo conosciuta a una festa del folclore, poi, quando ballò la kizomba con te, persi la testa, era la donna della tua vita! Ferma a pochi passi, una bella morena conversava con una coppia di anziani, Elisandro la chiamò, Juanita si avvicinò, rivolgendogli un sguardo interrogativo… Paolo girò lentamente il viso per osservarla, cercando con lo sguardo i suoi occhi grandi e verdi come un mare di smeraldi… Elisandro spiegò la situazione, chiedendole di procurarci una tanica di miscela rivoluzionaria, così la chiamò, ridendo. Dando una pacca al serbatoio vuoto della nostra Poderosa, ci raccontò che era una miscela che usavano i campesinos da questa parte del rio Oronico, metà pringote de cocuy e metà cachaça purissima di Manaus e una spolverata di coca detonante… ci assicurò che la Poderosa si sarebbe messa in moto… noi ci guardammo perplessi. Juanita poco dopo tornò con un sorriso smagliante e una tanica piena. Ecco, con questa, esclamò Elisandro, portatevi sulla carretera Panamericana, e fermatevi a Puerta Morocha, ho un amico che vi può ospitare questa notte… La miscela, di un colore ambra giallastro, emanava un forte odore di alcool. Mentre riempivo il serbatoio, l’annusai e rimasi quasi stordito, e tu già corteggiavi il cuore della bella morena ed anche altro!… Juanita ti invitò a seguirla a casa sua, ci avrebbe donato delle empanades appena sfornate… mentre la seguivi ti girai un attimo verso di me, giusto il tempo per vedere il tuo sorriso irresistibile da mascalzone… sparii dalla vista in una stradina mentre Elisandro continuava a chiedermi notizie della sua querida Buenos Aires… dopo due ore ti vidi sbucare, correvi inseguito da un energumeno che urlava, mise in moto la Poderosa che sbuffava e scoppiettava fra i colpi di acceleratore per tenerla su di giri… il destino ci venne in soccorso, aveva altri disegni per noi! Un cane, forse spaventato dalle grida dell’energumeno, gli attraversò la strada facendolo inciampare rovinosamente… tu riuscisti finalmente a raggiungermi, a saltare in groppa alla motocicletta e con una accelerata nervosa e scoppiettante riuscimmo a fuggire… all’orecchio mi sussurrasti, Juanita è una vera rivoluzionaria! L’hai conquistata alla causa? chiesi con ironia, girandomi e guardandolo con la coda dell’occhio mentre si abbottonava la camicia, quasi risposi… e chi era quello che urlava, ti ammazzo!… quello? il marito!… è un controrivoluzionario, urlasti quasi a giustificarti… e le empanadas? la Poderosa emise un scoppio assordante coprendo la tua risposta, fece un balzo felino in avanti nella patria dell’eroe Simón Bolívar e della bella Juanita

Dietro, con la tua voce potente iniziasti a cantare, forse eri felice…

Simón Bolívar, Simón…

Caraqueño americano… risposi con la mia erre francese

El suelo venezolano

Le dio la fuerza a tu voz

Simón Bolívar, Simón

Nació de tu Venezuela

Y por todo el tiempo vuela

Como candela tu voz

Como candela que va

Señalando un rumbo cierto

En este suelo cubierto

De muertos con dignidad

Simón bolívar, Simón

Revivido en las memorias

Que abrió otro tiempo la historia

Te espera el tiempo Simón

Simón Bolívar, razón

Razón del pueblo profunda

Antes que todo se hunda

Vamos de nuevo Simón

Simón Bolívar, Simón

En el sur la voz amiga

Es la voz de José Artigas

Que también tenía razón

 

 

 

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Los Olimareños – A Simon Bolivar

 

 

 

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