I miei capodanni

Leggo dei capodanni degli amici…quelli di oggi e quelli del passato. La memoria inizia la sua navigazione.Cosa ha contraddistinto i miei capodanni, per oltre 40 anni? La musica, il lavoro, la mia passione!Cerco nella memoria l’ultimo in cui ho cantato…Si, Capodanno 2018, a Frascati, in duo.Un posto bellissimo, un agriturismo sulle pendici che dominano i cieli di Roma, una mezzanotte con vista sui fuochi d’artificio di tutta la Capitale.Un repertorio libero, nonsolojazz, con Marco ormai è una collaborazione ultraventennale, è sempre gradevole! Anche la cena è buona, e le persone attente, non vogliono ballare (per fortuna: non è il mio forte la musica da ballo!). Ascoltano interessate, il loro atteggiamento mi dà forza.E il primo ..? Qual è il mio primo Capodanno musicale?Aspe’… Capodanno 1970, da ragazzina, ma già piuttosto esperta, musicalmente. Preparo per tutto l’autunno il repertorio nella cantina sotto casa, allestita da mio fratello maggiore per il suo gruppo. Io, col mio ragazzo dell’epoca più altri amici ci diamo da fare. Poi saranno i ragazzi a trovare la serata: Capodanno a Chianciano!Portano i manifesti: “Micaela and the Diamants”. (All’epoca si usavano questo tipo di nomi: Nico e i Gabbiani… roba così). Mi dicono che tutta Chianciano è tappezzata dai nostri manifesti. Sono elettrizzata, carichissima. Giro la notizia a mia madre con entusiasmo. Mia madre: “Ma io mica ti ci posso mandare: sei minorenne!”.Dopo aver provato tre mesi nella cantina di casa questa è una vera doccia fredda! Mica nessuno ha pensato “l’accompagno…”.A Chianciano hanno suonato solo “The Diamants”.Il primo vero veglione di Capodanno invece è nel 1978 a Fara S. Martino, patria della De Cecco, alle pendici della Maiella. Sono appena tornata da Teheran, dove ho cantato per un mese al Casino.La serata l’ha trovata il batterista, il gruppo è fortissimo, capitanato musicalmente dal pianista con cui sono stata in Iran, ed è anche l’unico un po’ più grande: gli altri hanno la mia età o anche meno, sono tutti musicisti di calibro. Già affiatati, tutto fila liscio, la serata scorre e ci divertiamo anche.Quello che ricordo non è tanto la musica di quella serata, ma il risveglio fricchettone in un lettone in quattro, dove siamo crollati a notte fonda. Scostando la tenda si vede la Maiella innevata. Prima di colazione siamo in 4 o 5 inginocchiati sulla moquette; qualcuno ha portato una campanella e recitiamo il mantra, il Titolo del Sutra del Loto: ecco, questo è anche il mio primo Capodanno buddista.

 

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