Viva Peyote-11 Postscriptum

Voglio ringraziare quanti hanno letto con interesse questo mio racconto e mi hanno manifestato la loro empatia. Purtroppo debbo confessare che non sono più tornato tra gli Huicholes: le strade della vita mi hanno portato dentro tante altre storie e vicissitudini. Ma quando, spinto proprio dall’amica Dunia che da poco ci ha lasciati, ho completato di scrivere “Viva Peyote” nel 2000, ho subito pensato di spedirne una copia agli amici Huicholes di S,Andres. Sono andato all’Ambasciata del Messico di Roma e, quando ho esposto la richiesta di farlo recapitare al Centro Huichol di Guadalajara, mi hanno dato l’idea che non avessero molto a cuore i rapporti socio-antropologici con gli indios. Non credo che gliel’abbiano mai recapitato. Purtroppo le notizie su di loro che ho ricevuto in seguito da altre fonti mi descrivevano una situazione molto deteriorata da quando li avevo visitati io. Già dall’inizio del 2000 erano molti gli Huicholes che si erano trasferiti nell’estrema periferia di Guadalajara, vivacchiando accampati un po’ stile zingari. I loro villaggi erano entrati nella rotta dei narcos messicani che usavano le loro piste di atterraggio come scalo nella loro rotta verso gli U.S.A. carichi di coca. Tremo all’idea di come questi spietati trafficanti trattino i marakames e le loro donne durante le loro soste in cui, carichi dii denaro e di coca, potrebbero avere gioco facile a corrompere alla fine anche i fieri Huicholes. Debbo dire che il mondo mi sembra sia andato sempre più peggiorando da quando gli ideali hippie di pace, amore e libertà sono stati prima criminalizzati e poi ridicolizzati. Afghanistan, Goa, Ko Samui, Sierre Huicholes, Myanmar, tutti paradisi terrestri un tempo, ora corrosi dalla guerra, dalla povertà, dalle ingiustizie, dall’avidità, dalle dittature. Ma non è che avevano ragione gli hippies?

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I miei articoli

Viva peyote – 10

Alessandro Antonaroli   Viva peyote – 10   Ed eccoci al finale, al naturale epilogo della mia avventura presso gli indios Huicholes, che coincide pure

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6 risposte

  1. Oggi da Guadalajara a San Andres ci si va in una ora e mezza in macchina…Come dice Pino il mondo si e’ rimpiccolito e gli orizzonti si sono avvicinati. Anche io credo che siamo stati fortunati a non perdere l’ultimo treno, godere dell’ultimo attimo di pace di questo mondo e ad approfittarne viaggiando e conoscendo cose che ormai non esistono più’, o quasi. Il Decamerone Social ora ci permette lasciare delle testimonianze e condividerle.

  2. È vero Pino, ma dissento dalla tua idea che i nostri occhi siano quelli che dicevamo dei vecchi.
    Penso che abbiamo più tempo per elaborare e che l’esperienza ci aiuti molto nel vedere le cose passate come da fuori , ne esce quindi un immagine più matura e forse più profonda , non da vecchi ma di consapevolezza .
    si, gli spazi sono diminuiti ma non sono così ridotti e per fortuna esiste ancora il deserto, la giungla e il mare ….ci sono posti dove il turismo di massa, inconsapevole e impreparato , non riesce ad arrivare ,per quanto tempo ancora non lo so .appena aprono le gabbie voglio portare i miei vecchi occhi a vedere qualcosa di nuovo prima che la parabola come dici tu, arrivi irrimediabilmente troppo in basso.

  3. Come dice Pino, parabola discendente….
    Almeno fummo fortunati di vivere in quegli anni, alla maniera nostra, credendo in ideali che sapevamo erano veri.
    Pace, amore, libertà, giustizia, sono stati prima criminalizzati e poi ridicolizzati, ma anche assorbiti, e manipolati negandone ogni valore.
    Per Halloween ti puoi verstire con un costume da ‘hippie’, parrucca, simbolo della pace (CND), gilé con frangie…
    Puoi essere sotto il ginocchio di un polizziotto, ammanettato, mentre cerchi di dirgli che non puoi respirare…
    Puoi essere un nativo in qualsiasi parte del mondo ormai non tanto remoto.
    Il nostro passato fu’ relativamente ingenuo e semplice, in confronto al mondo attuale… questo ‘futuro’ é ormai per i nostri discendenti, una greve eredita’.

  4. non è questione di aver ragione, trattasi piuttosto di maledetto progresso. Non sarà sicuramente più un areoplanino ad arrivare laggiù, esistono i maledetti charter, gli Italiani fanno Pasqua alle Canarie come avrai visto. Il pianeta si è rimpicciolito ed è ormai una questione di spazio. Quanto ne avevano i tuoi Indios e a che cosa si sarà ridotto?
    Credo che abbiamo assunto gli occhi che una volta consideravamo dei vecchi. Può piacerti o non piacerti ma è il futuro che avanza. Ci stanno bene le medicine che ci allungano la vita ma dobbiamo anche renderci conto degli aspetti negativi che il progresso ci porta, a noi come agli Indios sperduti lontano.
    Tra le nostre fortune c’è l’aver fatto in tempo a vederli e non seguire la parabola, che vedo discendente, di questa nostra umanità.

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