4 – VIAGGIO IN AFGHANISTAN QUARTO EPISODIO

Location: la periferia di Thessaloniki che a tratti sembrava Monteverde Nuovo, strada a due corsie leggermente in salita con traffico medio pesante con la fretta di uscire dalla citta’.La 2CV aveva problemi di direzione, curvava con moltissima difficolta’ e il volante era molto duro.Appena possibile mi fermai in uno slargo polveroso. C’era un tipo che faceva gli spiedini alla brace e vendeva da bere, la radio a tutto volume trasmetteva musiche tipo Zorba il Greco, c’erano un paio di macchine parcheggiate e gente che mangiava in piedi, alcuni seduti sulle sedie di plastica giocherellavano con delle collanine colorate. Tutti si girarono a guardare. Mi infilai sotto la macchina per vedere se riuscivo a capire cosa era successo ma non si vedeva niente di rotto. La 2CV aveva bisogno di un meccanico.Cercai di non smadonnare, ma lo feci ugualmente. Cercai di controllarmi ma cedetti alla tentazione e mentalmente vissi tutte la situazioni a cui sarei andato incontro una peggiore dell’altra. Attraversai vari stati di animo fra cui il famoso “chi me lo ha fatto fare” ed esaurite tutte le paranoie mi diressi verso l’uomo degli spiedini alla brace.Tutti mi guardavano incuriositi. Dopo aver salutato a gesti con una mano sul petto, segno di umilta’, dissi indicando la 2CV: “Makina Kaput”. Uno tipo dai capelli bianchissimi mi guardo’ puntando l’indice verso di me e disse “Germanos?”. Capii il mio errore.Che stronzo! Chissa’ perche’ mi usci’ quel “kaput” in tedesco.Anche Thessaloniki ha sofferto nella storia e quella recente, quella che forse il tipo stava ricordando, la occupazione nazista della citta’ dal 1941 al ’44, fu spietata. Gli italiani non riuscendo ad occupare la Grecia decisero di bombardare Thessaloniki provocando centinaia di vittime innocenti e migliaia di feriti e moltissimi edifici furono distrutti. Visto che gli italiani non riuscirono ad occuparla ci pensarono i nazisti. In poco tempo deportarono tutti i 45.000 ebrei, che erano il gruppo religioso piu’ grande della citta’ sin dal 1400, ad Auschwitz e Bergen-Belsen dove furono subito diretti nelle camere a gas. Costruirono un campo di concentramento alle porte della citta’ dove furono imprigionati i comunisti, gli antifascisti e dissidenti prima di essere uccisi. Ma per questo Thessaloniki fu anche un centro importante della resistenza greca e quando finalmente i nazisti si ritirarono i partigiani comunisti entrarono in citta’. Quando ci fu il referendum per scegliere tra monarchia o repubblica la regione voto’ in grande maggioranza per la repubblica, il resto della Grecia per la monarchia.“Germano?…ochi ochi… no no..Italia” dissi…Non e’ che fosse meglio… e senza dare tempo di reagire dissi subito la parola chiave: “ Mekaniko?”…Sei braccia si alzarono indicando un punto indeterminato davanti a noi. Sempre dritto qualche centinaio di metri.Soffrendo la 2CV arrivo’ a destinazione. Il meccanico aveva da fare con un camion e decise di mandarci alla Citroen, ci fece una piantina illeggibile di come arrivarci e disse che ci sarebbe voluta una mezz’ora. Sempre dritti per la strada principale e girare (sempre che la 2CV gliela avesse fatta) a sinistra per una strada chiamata Katzimisi. il nome era tutto un programma. Alla fine di Katzimisi chiedere a qualcuno…Anche se non si capisce la lingua in Grecia ci si sente a casa, in fondo sono stati i nostri maestri. La citta’ avrebbe potuto essere qualunque citta’ italiana da Roma in giu’. Naturalmente il meccanico era occupato ma sbuco’ dal motore su cui stava lavorando e venne a vedere la 2CV. Comicio’ subito indicando il suo orologio . Segno inconfondibile di mancanza di tempo ma gentilmente si sdraio’ sotto la 2CV.Emerse subito incrociando due dita e ci fece capire che si era rotto un pezzo fatto a croce della direzione. Per questo era difficile girare le ruote. Lui il pezzo non l’aveva e bisognava farlo venire da Atene…senno dalla Francia. Tre, quattro giorni, se andava bene, venti se andava bene nel peggiore dei modi.Mesi prima, a Roma, ero andato da S.R., un amico meccanico che si occupava di rimettere a posto vecchie macchine, spesso anche rubate… e gli chiesi di dare un’occhiata alla 2CV prima di partire e qualche consiglio di manutenzione. Gli chiesi anche che pezzo di ricambio si sarebbe portato lui in un viaggio del genere. Disse “ Uno giunto a croce”… ne ho uno qui, te lo regalo”. E mi diede una scatoletta quadrata tre centimetri per tre, sporca di olio con dentro un pezzo al quale non diedi, allora, l’importanza che invece rappresentava in quel momento.Il meccanico non sembro’ meravigliato, prese la scatola come se niente fosse e disse di tornare nel pomeriggio. Mi riproposi di andare a trovare S.R. al mio ritorno. Cosa che feci circa un anno dopo, ma S.R. era in prigione in Spagna. Era stato arrestato entrando dal Marocco con qualche chilo di Ketama nascosto in una ruota del pulmino. La ruota foro’ proprio alla dogana e l’aria che ne usciva profumava ad hashish. Quando lui usci’ io ero ripartito. Lo avrei rivisto quaranta anni dopo.Arrivammo a Kavala la sera. Ci ero gia’ passato una volta in autostop e mi era piaciuta, era una piccola citta’ con un porticciolo di pescatori pieno di Kaiki. I Kaiki non esistono piu’, la pesca tradizionale ormai e’ sparita ma allora era una fonte di vita. Erano barche bellissime, dipinte a strisce di colori vivaci, generalmente bianco, blue, rosso, verde, con il motore a scoppio. I pescatori partivano prima dell’alba e tornavano la mattina. Il pesce veniva venduto direttamente al porto. Camioncini di commercianti e ristoranti erano pronti ad aspettarli. Parcheggiammo al porto, davanti alla citta’ vecchia e a piedi andammo a cercare un albergo.

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3 risposte

  1. ciao Paolo. Il tuo Afghanistan 4 chi l’ha ricaricato sul blog?
    Io sto ricaricando i miei. Lavoro lento ma secondo me è imèortante averli completi, con la data corrispondente a quando furono pubblicati su Facebook e soprattutto completi dei commenti che ebbero: scambi fitti tra gli iscritti.
    Facevano parte del decamerone su FB, un succoso corollario che non intendo perdere.
    Ne ho accennato a Silvia ma credo non sappia come fare. Ha due aiutanti addette alla ricarica ma commenti e foto originali non se ne parla proprio.
    Mi faccio i miei da solo col copia e incolla e conto di portare sul blog, quelli di Dunia già li ho pubblicati, per ora senza la sua firma ma Silvia mi ha spiegato come metterla, e piano piano oltre i miei caricherò Alessandro Vassaallo che col computer è impedito e quelli di qualcun altro.
    E’ un lavoro lungo, non scrivo più infatti, ma non voglio perdere la bellezza del gruppo originale.
    Il tuo Afghanistan 4 aveva avuto dei commenti immagino. Andrò a vedere ma senza commenti è un peccato.

    1. Ciao Pino, gli articoli dell’Afghanistan erano stati caricati da Silvia o chi per lei ma siccome devono averlo fatto per gruppi, che ne so dieci alla volta, non erano in giusta successione e portavano comunque la data dello scaricamento, non quella della pubblicazione su fb. Io ho cambiato le date per mettere gli articoli in giusta successione. Li ho anche numerati. Per le foto e i commenti sono d’accordo che sono importanti ma come dici tu andarseli a cercare e incollarli sul blog e’ un lavoro che prende tempo, che pero’ mi sono promesso di fare un po’ alla volta anche perche’ ci tengo che ci sia anche quel materiale e preferisco farlo da me, sopratutto le foto che posso inserire a piacimento nell’articolo giusto.
      Bello il tuo racconto memoria di infanzia, narrato con lucidità’ e anche con senso dell’umorismo. Mi hai fatto venire voglia di andare a pescare nelle mio passato remoto. Potrebbe essere un nuovo ramo.

      1. credo anche io che portare quei bambini in scena non sia male. sto impegnando occhi e tempo per recuperare i miei vecchi post. sul mac e quindi chrome una finestra sul vecchio FB e una su Word dove incollo quello che copio da FB. Un notevole culo ma lo faccio con piacere rileggendomi i commenti. Per esempio mi chiedevi delle mie donnine sui pacchetti di sigarette: vedrò se ci sono sepolte si qualche vecchio hard disk o ne scannizzerò qualche pagina. ciao.
        e… ho fatto una lunga conversazione con Alessandra e mi ha detto che era all’inaugurazione della tua mostra di due anni fa. Arghhh! La saltai per l’intervento al cuore. aspettiamo la prossima.

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