Lucia Sellan
15 04 2020
Pianta dalie. Sotterra bulbi nel tepore dei primi giorni di settembre, il profumo dolce del rimpianto nell’aria.
Sorride a chi passa. Conosce tutti.
Ore in ginocchio ai bordi dell’aiuola, la terra nuda, i fiori sulla blusa.
Si rialza spolverandosi le mani, il rossetto chiaro, la piega perfetta.
Allo specchio si veste di cipria Coty, nell’aria una nuvola rosa che aspiro furtiva e ripongo nel mio forziere. Sono un pirata.
Il profumo talcato invade la stanza ma lei non lo sente. E’ anosmica. Pianta dalie colorate. Respirino altri il rimpianto delle rose. Non sente niente. Hanno scavato troppo. E’ un’Amazzone. Il cuore un fazzoletto di lino appallottolato.
Serve il tè dentro petali di porcellana, i decori preziosi, i ricami delicati, sul tavolino gli amaretti, bicchierini di vermouth, nell’aria chiacchiere leggere. Parole di piombo tintinnano sul pavimento tirato a lucido. Un gioco perpetuo di bambina. Le voci allegre delle amiche.
Sul viso uno sconto di vent’anni, patto fra sorelle.
Guardo. Dispongo posate d’argento sopra il forziere, a sinistra, a destra, davanti al piatto. La tovaglia in voile racconta le nervature del legno.
Nel forziere frammenti di femminilità.
Li osservo, indecisa se riconoscerli miei. Il senso di colpa del ladro davanti alla refurtiva.
Verso il tè in un petalo di porcellana. Una cicatrice da pirata frena il respiro affannato della paura. Non sono un’Amazzone. Non ora. Ora sono un pirata. Rubo l’aroma di una rosa. Apro il forziere e inspiro il profumo di Coty.
5Tu, Emanuela Limiti, Paola Ant e altri 2
Commenti: 3
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il rimpianto delle rose? ci piace e non solo quello.
Che bello
Lucia , la leggerezza del dubbio …
Grazie
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