Le prime cotte
Il primo grande flirt fu con una ragazzina Tedesca, io avevo 14 anni e lei 16. Lei era in vacanza con I genitori a Lilanda’, la localita’ a Sabaudia che gestiva mio padre. Lei piu esperta e istigatrice delle pomiciate che ci facemmo. I baci, le palpate ai seni… Esperienza abbastanza minimale ma molto eccitante.
Al nostro rimpatrio in Italia nel 1958 i miei genitori si separarono a richiesta di mia madre che a questo punto con 5 figli si era stancata del girovagare di nostro padre. Quindi Edoardo andò’ militare volontario e mamma e noi altri 4 (Fiorella, Mariella, Cristina ed io) cambiammo casa varie volte, da Ostia (Casa estiva di mio zio materno Vittorio), poi Vitinia (Casa di mia zia materna Lia), e finalmente trovammo un appartamento tutto nostro a Roma, zona Via Nomentana, Montesacro. Mamma aveva la sua stanza dove dormiva anche Cristina, la più piccola, e Fiorella e Mariella dividevano un’altra. Per me c’era un mobile letto in salotto che aprivo la sera per dormirci… avevo un cassetto nel bagno per la mia biancheria, altri vestiti in camera di mamma nel suo grande armadio.
Dopo aver lavorato a Ciampino e a Fiumicino decisi di ritornare agli studi e nel 63 a 17 anni mi iscrissi all’Istituto d’Arte. Feci nuove amicizie e ci furono le feste, sia tra compagni di scuola, sia tra amici vicini di casa… Le sorelle di mamma affittavano una cabina al Belsito di Ostia e ci si andava spesso d’estate. Proprio li conobbi Marina, quattordicenne molto carina, Beatlemaniac innamoratissima di George Harrison, e sviluppammo un rapporto molto profondo che duro’ vari anni, e si pomiciava chiusi in cabina da soli. Nel 65 con l’apertura del Piper ci andavamo assieme nel pomeriggio e io poi ci ritornavo la sera da solo.
Con Fiorella finalmente sposata ci spostammo a Lungotevere Dante (Viale Marconi/San Paolo/EUR) e li finalmente ebbi la mia prima camera privata. Piccola con appena spazio per un lettino singolo, una piccola scrivania con dei cassetti, sedia e un paio di mensole, con una finestra che dava sul cortile interno del palazzo. Vestiti nell’armadio di mamma e biancheria nel bagno come prima ma finalmente avevo uno spazio proprio dove poter chiudere la porta e isolarmi, immergendomi sempre di più nel disegno, e scrivendo in vari album personali nei quali esprimevo i miei pensieri, e decorare le pareti con vari poster di complessi Beat presi da riviste musicali dell’epoca. La musica Folk americana degli anni precedenti con Joan Baez e Bob Dylan e la lettura di Kerouac e Ginsberg ebbero un grande impatto su di me che capivo e parlavo la lingua e scrivevo di tutto che mi passava per la mente.
Verso la fine del 65 il Piper era diventato la mia seconda casa e li conobbi molte nuove amiche. Mi vestivo al Piper market con camicie a fiorellini (anche una fatta a bandiera Britannica), stivaletti alla Beatles, un paio neri con elastico laterale un’atro scamosciato beige con lampo, jeans di velluto, etc. Molto Mod.
Frequentando il baretto di Via Ripetta dirimpetto al liceo artistico conobbi una giovane 16enne che chiamerò Lisa (nome fittizio). Bellissima, simpaticissima, colta e ‘anima libera’ flirtammo e diventammo una coppia brevemente. Mi regalò una foto bianconera di lei, un busto con seni nudi fatta all’accademia delle arti, e la conservai in uno dei miei diari.
Fiorella che abitava al piano di sotto al nostro era sempre in casa nostra. D’altra parte il suo lavoro (e quello di Mariella) ci permettevano di avere questo appartamento. Quindi dirigeva tutto, soprassedeva tutto, controllava mia madre e le nostre vite. Un giorno prima che rientrassi da scuola si mise a frugare tra le mie cose in camera mia e trovò i miei diari e la foto mostrandola a mia madre e confrontandomi: “Ma chi é questa sgualdrina che si lascia fotografare nuda?”… Insomma non avevo nessuna privacy nemmeno in camera mia.
Mentre tanti amici avevano spazi propri indipendentemente, chi una stanza chi uno studio chi un appartamento, io vivevo ancora a casa. Mio padre lavorava per Marozzi Travel a piazza Esedra e riuscì a trovarmi una stanza con bagno in un edificio del Marozzi sotto rinnovamento, vuoto senza mobilia, solo un grande materasso per terra, stanza che occupai per vari mesi.
Mentre con Marina non avevo avuto il coraggio di farci l’amore perché ancora vergine, Lisa non lo era e facemmo l’amore varie volte… e cominciai a dipingere turbinii psichedelici su una parete, fino a che venni sfrattato.
Con Lisa la cosa fini’ quando al Piper conobbi un’americana di nome Debbie e la lasciai… Il fascino del west! …ero molto immaturo! Ritrovata in reta tanti anni dopo é stata proprio Lisa a ricordarmi questi particolari che avevo ovviamente cancellato dalla memoria, dicendomi che ci rimase molto male, e scusandomi mi ha perdonato con una risata, e dicendomi che ha una nipote 16enne adesso che sta attraversando le sue cotte…
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Artista – Marito – Padre – Nonno
Una risposta
Divertente vecchio latin lover…