Il mio primo viaggio in India VI

Sergio Baldi

23 aprile 2020

 

 

il mio primo viaggio in india parte 6

 

Il viaggio durò un paio di giorni, fu meno eccitante di quello in nave dell’andata, ma comunque piacevole, vedere dal finestrino scorrere i paesaggi indiani è sempre un esperienza eccitante. Questa volta visto che non avevo fretta rimasi a Bombay per alcuni giorni trovai alloggio in un piccolo hotel nella zona di Colaba vicino al famoso Hotel Taj ed all’India Gate il monumento fatto erigere per la visita, avvenuta almeno un secolo prima, della regina Vittoria. Bombay mi piacque molto, il centro con l’architettura vittoriana, i quartieri mussulmani e quelli induisti, i mercati, i negozietti che ancora vendevano i resti degli arredamenti delle case inglesi, il bazar dei ladri dove potevi ritrovare tutta la refurtiva possibile, e poi le passeggiate su Marina drive, il lungomare di Bombay e le serate passate tra Dipties, una specie di bar che faceva i frullati ed i lassi più buoni dell’india o da Leopold proprio su Colaba dove potevi bere una buona birra alla spina e mangiare qualcosa con un sapore un po’ più occidentale, visitai anche, proprio in fondo a Colaba la chiesette dove riposano le spoglie di molti dei reduci delle guerre afgane.

Ed eccomi di nuovo in un bus per Nuova Delhi, a Bombay faceva caldo, certo non come a Goa, ma li si stava in città e tra caldo e smog l’aria era diventata pesante. Di nuovo un paio di giorni

di viaggio attraverso le campagne indiane in questo bus non dei servizi pubblici indiani ma di una piccola compagnia di magic bus, eravamo in sette sul bus, quindi ci prendevamo tutto il tempo che volevamo fermandoci vicino ai fiumi per fare un bagno od in qualche ciaj shop per mangiare e rimanendoci tutto il tempo che volevamo, .

In una di queste soste in un ciaj shop mi ricordo che mangiavo qualcosa e bevevo acqua semplice, si acqua semplice perché oramai mi ritenevo immune da qualsiasi rischio, ebbi la sensazione di commettere una sciocchezza, ma fu solo un attimo.

Comunque dopo un paio di giorni eccoci a Delhi. Cercai da dormire e lo trovai nello stesso alberghetto dell’andata, non ricordo il nome ma ricordo che era dietro Coughnat Circus , in Jampat Lane, un letto in una camera per quattro costava 10 rupie a notte, ancora potevo sostenere quella spesa, anche se i miei fondi stavano finendo, ma affrontavo la cosa senza alcuna paranoia.

Memore di chiacchiere fatte cominciai a frequentare la piscina dell’hotel Imperial in

Jampath Road, costava quanto la camera nella mia catapecchia, ma era un posto dove s’incontravano altri viaggiatori ed infatti dopo qualche giorno vi trovai Pino e Carmen, erano rimasti a Delhi invece di spostarsi a Katmandu in Nepal; in realtà Carmen stava per ripartire per l’Italia mentre Pino sarebbe rimasto ancora qualche giorno, doveva riuscire ad organizzare una piccola spedizione.

Prima che partisse Carmen, io e Pino decidemmo di prendere un treno notturno per Jaipur, sapevamo che lì si poteva trovare facilmente del buon fumo, in Rajastan la vendita non era legale, ma molto tollerata; così girando per questa meravigliosa città nei pressi del palazzo dei venti

trovammo una piccola bancarella, un tavolinetto con una misera tovaglietta di palma, sopra c’erano una decina di pezzi di hashish, era il campionario del venditore, dopo assaggi e contrattazioni, decidemmo di comprare quasi mezzo chilo di fumo, l’avremmo mandato in Italia con Carmen dove con il ricavato quasi ci si poteva ripagare il viaggio. In quel periodo andavamo di moda un tipo di scarpe spagnole di corda con una specie di tacco in legno e corda molto tozzo e capiente, con Pino e Carmen decidemmo di quasi smontare quel tacco scavarlo dentro e riempirlo con la gran parte di quel fumo, il resto ci sarebbe servito per ripagarci le spese. Lavorammo con Pino per un paio di giorni a quest’operazione, ma al momento di riempirlo e di richiuderlo ci vennero degli scrupoli, Carmen avrebbe dovuto attraversare con il suo volo due o tre frontiere e se fosse stata scoperta rischiava alcuni anni di carcere. Quindi non se ne fece nulla, ma con una dose di incomprensibile sadismo non le dicemmo nulla e mettemmo all’interno delle sue scarpe un biglietto con i nostri saluti per lei e per gli altri amici che avrebbero aperto le scarpe. Quest’episodio fu l’inizio della fine della relazione tra Pino e Carmen, lei non gli perdonò questo atroce scherzo!

Partita Carmen mi trasferii in camera con Pino, avevano la camera pagata per un po’ di giorni e così io potevo risparmiare qualche cosa, nello stesso albergo arrivò Bev, una ragazza australiana che avevo conosciuto a Goa, e con lei cominciò una brevissima storia, dopo qualche giorno sarebbe ripartita per Sidney, breve ma divertente. Una di quelle sere arrivò in camera di Pino un ragazzo italiano di cui non ricordo il nome, era completamente fuori di testa, arrivò pressoché nudo, ed affamato, lo rifocillammo e gli demmo qualche vestito poi cercammo di convincerlo a tornare nel suo alberghetto e così dopo qualche ora di chiacchiere estenuanti decise di uscire, dopo neanche mezzora eccolo di ritorno, di nuovo quasi nudo ma con due coroncine di fiori, aveva scambiato i vestiti che gli avevamo dato con quelle due coroncine che ci voleva regalare; ricominciammo daccapo le chiacchiere , le rassicurazioni, le promesse, ma fu tutto inutile, ad un certo punto si era fatto tardi e così decidemmo di andare a dormire e lo mettemmo a letto al centro del letto matrimoniale che c’era in camera così credevamo che con uno di qua ed uno di là forse si sarebbe tranquillizzato; fu una notte insonne: passava da momenti di tranquillità a momenti di forte agitazione, a volte si avvicinava a me e mi diceva che Pino voleva ucciderlo e che si fidava solo di me, cinque minuti dopo ricominciava dicendo a Pino che io volevo buttarlo dalla finestra e chiedeva

aiuto a Pino, un inferno; finalmente arrivò mattino e con Pino decidemmo che noi non eravamo in grado di aiutare questo ragazzo che da una parte ci faceva una rabbia infinita, ridursi così per i troppi acidi o le troppe droghe in genere era un delitto e non lo sopportavamo più, ma dall’altra ci faceva pena, così ridotto, lontano da tutto e da tutti con nessuno che potesse aiutarlo ……., alla fine decidemmo di accompagnarlo all’ambasciata per lasciarlo alle loro cure, non fu facile neanche quello, a parte che durante il viaggio ci fece impazzire, non voleva quel taxi, ne preferiva un’altro, quell’autista lo aveva guardato storto e voleva picchiarlo e così via; arrivammo all’ambasciata dove volevamo affidarlo a qualcuno, ma nessuno se ne voleva far carico, dicevano che avevano da combattere con troppi di questi casi tutti i giorni, che non ci rendevamo conto di quanti italiani perdessero la testa con le troppe droghe, ma non ci fecero demordere, ne ci facemmo intimorire ed alla fine riuscimmo a parlare col viceconsole che decise di farlo rimpatriare e che frattempo l’ambasciata si sarebbe presa cura di lui

Il tempo di Pino in India era finito, alla sua partenza io mi trasferii di nuovo alla mia

catapecchia, ma a differenza di prima avevo un paio di etti di fumo da vendere, fumo che poteva garantirmi qualche settimana di sopravvivenza, non avendo una bilancia, avevo comprato una tola, unità di misura indiana di circa 10 grammi, di noccioline e soppesandole in una mano mettevo quello che credevo la quantità sufficiente nell’altra, certo molto approssimativo, ma d’altronde eravamo in India.

Ricominciai a frequentare la piscina dell’Imperial Hotel e lì vendevo le mie tole, soprattutto a turisti italiani appena arrivati. In quella piscina passavano personaggi di tutti i tipi, da un certo Aleandro uno spagnolo che viveva di espedienti, a ricchi fricchettoni che svernavano in oriente tra India e Bali, pseudo scrittori in cerca di ispirazioni, musicisti che volevano studiare il sitar, ricchi sballati alla ricerca del senso della vita, a giovani intraprendenti che mentre aspettavano che i sarti indiani confezionassero i loro modelli da spedire poi nei paesi d’origine si rilassavano in piscina, insomma una variegata umanità!

Una di quelle mattina mentre facevo il bagno cominciai a parlare con una ragazza che vedevo spesso lì in piscina, per il mio inglese lei mi chiede se ero canadese, quando le risposi che ero italiano di Roma, mi disse che pochi giorni prima, ancora in California, aveva conosciuto due ragazzi italiani amici di una sua carissima amica, l’amica era Penny, si quella Penny di Atene, ed uno dei ragazzi era Giorgio, il suo fidanzato, quello con cui avevo passato un paio di mesi in Grecia, l’altro Pierfranco, amico comune di Roma, com’è piccolo il mondo! Diventammo amici e dopo qualche giorno dopo una serata passata insieme a bere nel bar dell’Hotel ci ritrovammo uno nelle braccia dell’altra; Gael abitava in uno dei

pochi grattacielo di Delhi ed io ogni tanto passavo la notte da lei, era un lusso che ogni tanto faceva

bene, aldilà del piacere di passare una notte con lei anche dormire in un letto con le lenzuola pulite, la casa che odorava di pulito,l’aria condizionata,erano cose che avevo quasi dimenticato.

Lei ed i suoi amici avevano un grande appartamento in quel palazzo, faceva parte di un gruppo di giovani intraprendenti americani che avevano un business di import ed export tra India e Stati Uniti, lei diceva mobili, gioielli, e stoffe, ma io ho sempre sospettato che tra quei mobili e quei vestiti ci fosse qualcos’altro, ma la cosa non mi interessava molto. Nello stesso periodo conobbi Michail, lui si un French canadian, abitava nella mia stessa catapecchia ed anche lui aveva un po’ di fumo da vendere, il suo era molto più buono del mio, veniva dalle montagne del Kashmir, così decidemmo di fare società, avremmo venduto il mio a quelli che erano appena arrivati dall’occidente ed il suo a quelli che avevano più esperienza dell’India; la società funzionava abbastanza bene…

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Commenti: 15

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Mara Italiani

Leggerò domani per non consumarlo..

 

Fabio Patalani

scritto scorrevole e forma piacevolmente spontanea , BRAVO GEMELLINO !!

 

Sergio Baldi

grazie gemellino, apprezzo molto sicuramente spontaneo senza “velleità letterarie” un abbraccio

 

Mara Italiani

Bello di nuovo

 

Sergio Baldi

troppo buona

 

Mara Italiani

Mi piace davvero

 

Sergio Baldi

Mara Italiani

grazie

 

Mara Italiani

Non trovo il seguito…. Aaaaargh

 

Sergio Baldi

non trovi la parte 10??

 

Mara Italiani

Sergio Baldi

trovata grazie, adesso la 11 ok!

 

Sergio Baldi

per ora non ci sarà la 11, poi vedremo

 

Mara Italiani

Che memoria comunque,

complimenti

 

Sergio Baldi

eh quella funziona ancora bene

 

Giancarlo Malinconico

Sergio Baldi

bellissima, grazie

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