Luglio 1977, 19 anni. Insieme a 2 amiche coetanee decidiamo di partire per l’Afghanistan in autostop. Il progetto era anche più ampio… era il periodo dei grandi viaggi, dei grandi sogni e delle grandi comunità basate sugli ideali, sulla musica e sulla consapevolezza di poter cambiare il mondo (bei tempi)… insomma decidemmo in parecchi di avventurarci in modi e formazioni diverse alla conquista di Kabul, dandoci appuntamento alle 18 del 15 agosto davanti l’Ambasciata italiana. Alla fine di luglio quindi ci facciamo accompagnare sul tardo pomeriggio da due amici al casello di Roma Sud… il nostro abbigliamento è strategico: vestitoni cuciti dalla mamma di una delle due compagne di viaggio (io purtroppo già la mamma non ce l’avevo più) con tasche interne per soldi e passaporto, sandali e zaino con il minimo indispensabile, anche un bel coltello a serramanico, non si sa mai (come se noi alla bisogna fossimo state in grado di usarlo!!!)… e via, partenza!!! Ho pensato tante volte in età adulta a cosa avrà provato mio padre il giorno in cui siamo partite per l’Afganistan in autostop, tre ragazze nemmeno ventenni e, a quel tempo, senza cellulare!!! A quell’età credevo che mio padre fosse un anziano bigotto e rompipalle e invece… vorrei poterlo rivedere con la consapevolezza di oggi e capire chi fosse veramente e cosa ci fosse nel profondo del suo cuore e della sua anima… vabbè, insomma, il pomeriggio dopo siamo a Brindisi e ci imbarchiamo su un traghetto per Igoumenitsa… allo sbarco pullman per Salonicco, viaggio di un giorno, caldo terribile montagne della Grecia e finalmente una notte in albergo, purtroppo fetido e caldissimo, nottata tremenda peggio di quelle di viaggio. Cmq tutto sembrava andare per il meglio, tutto sembrava facile e non pericoloso… il giorno dopo post office per notizie ai nostri genitori (poveracci) e alla sera…. doccia fredda!!! Una delle amiche si arrende, ci dice che ha nostalgia del fidanzato!!! Io mi sento crollare il mondo addosso, tento di capire se è il caso di proseguire in 2 ma anche l’altra a quel punto nicchia un po’… io già sognavo il festoso appuntamento a Kabul con gli altri, la “comunità” riunita e invece, delusione, estate compromessa!!! Il giorno dopo Atene, volo, Roma. Ricordo il ritorno a casa con uno dei peggiori sentimenti di sconfitta mai provati. Altri amici erano già partiti per l’Afganistan, sempre in autostop, altri erano già in viaggio per altri lidi ed altre avventure, ormai era già l’inizio di agosto, ero a Roma, quasi sola e con un grande amaro in bocca… non solo, l’ultimo equipaggio in partenza per l’Afghanistan (un po’ più “ricco”), stava per partire in 4 con una grande Volvo… a questo punto le due mie amiche decidono di ripartire con loro (stavolta con più comodità e meno rischi). A quel punto lo sconforto è completo, il tradimento è compiuto!!! Per la cronaca: l’amica innamorata ad Istanbul è tornata di nuovo indietro, gli altri hanno raggiunto Kabul… al loro ritorno ho perdonato tutti, ho visto centinaia di volte le loro foto e ascoltato all’infinito i loro racconti e mi è sembrato di essere stata anche io con tutti loro con loro… P.S. non tutti i mali vengono per nuocere…. l’estate del ’77 cmq per me fu magica e incantata, sono partita subito dopo in Vespa per la Sardegna con un amico “provvidenziale”, poi mi hanno raggiunto altre amiche e insieme siamo rimaste quasi un mese e mezzo in giro per la Costa Smeralda, dove in un campeggio ho incontrato quello che, ritrovato in seguito nel corso del tempo, da tanti anni è il mio compagno di vita… ma questa è un’altra storia…
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2 risposte
perché non conoscevi il famoso proverbio: chi viaggia da solo viaggia in tre, chi viaggia in tre non viaggia…
>perché non conoscevi il famoso proverbio: chi viaggia da solo viaggia in tre, chi viaggia in tre non viaggia…<
Scusa, non sono un anonimo…Sono Paolo.