18 giugno 2020
Ha ventisette anni, il viso delicato, un marito, due bambini, tre bambini, quattro amiche, cinque fratelli.
La casa da rassettare, l’odore acre del ferro sulla pelle di suo marito, le corse dei bambini, le corse da sua madre. Con i fratelli non corre più. Con le amiche corre col pensiero. Le giornate si avvicendano come le faccende in cucina, senza sosta. Cos’hai Anna? Niente. Dai, si vede che qualcosa non va. Racconta. In un attimo le voci si fanno sussurro, la cucina più buia.
So io come si fa. L’ho sentito da un’amica di mia cugina, che sta in città. Sta bene. Suo marito non sa nulla. Vedrai, ti aiutiamo.
Domani. Qui in cucina. Riordiniamo noi.
Il male che mi squassa non mi fa respirare. Se vivo, giuro che non lo faccio più.
Ha ventisette anni, il viso delicato, un marito, due bambini, quattro amiche, cinque fratelli.
Ha ventisette anni, e tutti, intorno, quindici di più.
Sono venuti a liberarla. Attendono di rivederla, avvizzita dal tempo, quattro rametti secchi da riporre un po’ più in su.
Gli operai forzano la cassa. Esce dell’acqua. C’è stata un’infiltrazione.
Anna ha ventisette anni e il viso delicato. Sotto lo strato d’acqua pare addormentata.
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Atmosfera. Grazie. Curiosità. parole che vengono a galla dopo aver letto le tue righe. Arigrazie, Lucia.
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