Due nonni a Piazza Vittorio.

Due nonni a Piazza Vittorio.
Sono nato nei primi anni ’50 nel quartiere latino-metronio.Sono nato in casa e che casa! I miei, poveri in canna, si erano “appoggiati”, in attesa della loro casetta, a casa di zia Angelina dove l’eventuale cronista avrebbe raccontato di una situazione umana alquanto particolare :Angelina è la moglie di Mario il quale è zio di mamma Ida; è, più precisamente’, il fratello di Elena, la mamma di mamma, morta alla scandalosa età di 29 anni.Il papà di mamma, Roberto, che quindi è mio nonno, rimasto vedovo con due figlie da accudire, abita con loro da Mario e Angelina, ovvero con i cognati! Ci saremmo presto trasferiti ‘ i mei genitori ed io,nella nuova casa ma la casa di via Satrico rimarrà per me una frequentazione quasi quotidiana.Zio Mario suonava il banjo e il mandolino e aveva una…batteria!!!.Nonno Roberto suonava la chitarra e il violino… un vero Bengodi per un bambino! Roberto rimarrà vedovo per tutta la vita e non ricordo di averlo mai visto accompagnarsi ad una donna, ma io sì, lo accompagnavo spesso e…volentieri! Ascoltavo la sua chitarra, nella sua stanza piena di oggetti favolosi e uscivo con lui e a volte mi era permesso tirare “tardi” e restare a cena fuori con lui . E allora mi ritrovavo in qualche osteria con i suoi amici, Domenico, Costantino il fioraio,e chissà chi altri a inzuppare biscotti alle mandorle in bei mezzi bicchieri di vino.Mamma non deve saperlo naturalmente e questa complicità lega nonno e nipote, un classico! e andavamo in giro e la mia Roma cambiava e si ampliava…ricordo che passando Porta Metronia mi sembrava di uscire dalla città, non di entrarci! e poi a comprare il vino dai frati a Caracalla, e al cinema e…a Piazza Vittorio! Nonno doveva avere un legame con la piazza e la zona di Termini e quella era la meta della nostre fughe più ardite.Io la detestavo la piazza :triste, buia, vecchia, piemontese… Quei portici, quei negozi onesti e scalcinati,quei commessi baffi e gilet, la luce bassa e la stoffa al metro.Ricordo una pizzeria che mi sembrava enorme con un ballatoio che ospitava una orchestrina d’archi al femminile (!) e ricordo l’Ambra Jovinelli, l’Odeon de noantri, dove fui iniziato dal nonno – libertino, alle gioie proibite del Varietà! Nonno era il suo temperino, il suo vino, la sua chitarra e mi ha passato tutti e tre i vizi, o le virtù, se così vi piace.
Ero un bambino, poi un adolescente, vivace, generoso , curioso e incline a fuggire la realtà.Come tanti della mia generazione amavo sognare avventure esotiche e consumavo enciclopedie e …atlanti! l’atlante era il vero star gate ;bevevo tutte le immagini, m’immaginavo, mi immedesimavo, mi trasferivo…Le scene che amavo meno, che mi davano malinconia e disagio erano quelle dei paesi andini (quelle donne colla bombetta e il poncho..brr!) e, in casa nostra, la Calabria, e non chiedetemi perché! e Piazza Vittorio, per esperienza personale, su tutto, prima di tutto, capolista…Ora,dall’alto delle nostre esperienze sappiamo che la vita è capace di beffarti in ogni modo e infatti quello che successe fu : riuscii ad affittare, giovinetto di 22 anni, una casa con terrazzo a 200 metri da piazza Vittorio (la userò per suonare e per “ricevere” mi dissi) e invece sono ancora qui: l’ho comprata e ristrutturata e la amo.Ho vissuto in Cile e Argentina per circa 5 anni, al seguito di mia moglie in missione di insegnamento per il Ministero degli esteri e ho nostalgia di quel tempo. Ho una casetta sulla costa ionica della Calabria e ne godo bellamente ( se sto cazzo de virus la pianta…)e…così è! e Piazza Vittorio? Stamattina la perimetravo durante l’ora d’aria, sguardo al giardino, visione segmentata dalle sbarre di recinzione di ferro battuto a spiare il procedere dei lavori di re-styling (daje Raggi, facce sognà!) o naso all’in sù verso gli ippocastani in fiore, e la quinta edilizia di Gaetano Koch, e i trofei di Mario ( mostra dell’acquedotto alessandrino in effetti) e la porta magica del marchese di Palombara, e i gatti e i gabbiani e i chioschi dei fiorai…è la piazza più grande di Roma, lo sapevate?e tra una piazza storica e importante ,conclusa nelle mura Aureliane, che cambia e si evolve ed è sempre ,in fondo, la stessa e un me più vecchio e riflessivo e meno categorico,più “sentimentale” e, in fondo, sempre lo stesso ,aleggia una tenerezza sottile, un rispetto , una alleanza. Crescete in fretta nipotini, che voglio portarvi a piazza Vittorio, a mangiare dal cinese.
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0
  • 1

I miei articoli

Una “visione”

mi assicurate, cari amministratori, che si può scrivere un po’ quel che si vuole e allora vorrei condividere una “visione” generatami da un fatto di

continua a leggere »

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

The maximum upload file size: 2 MB. You can upload: image, audio, video, document, spreadsheet, interactive, text, archive, code, other. Links to YouTube, Facebook, Twitter and other services inserted in the comment text will be automatically embedded.