Che magica rete ha messo su Zuckerberg col suo FaaceBook. Un anno fa mi arriva un post in cui qualcuno chiede di riportare a galla il Piper Club di Roma. Non me ne po’ frega de meno in un sano spirito romano ma scorrendo i vari post mi cade sott’occhio un nome: Dunia.Non è un nome comune e prima di allora mi era capitato di incontrarlo una sola volta quarant’anni fa.Come, quando e dove non ne ho idea ma avevo conosciuta una ragazza bellissima, e ci vorrebbero tre elle e tre esse, con la quale ci eravamo regalati una storia durata una settimana o giù di lì.Come detto la sua bellezza era notevole e quel nome indimenticabile.Si era diplomata a Belle Arti o forse al Liceo Artistico e aveva subito accettato l’offerta di Eleueri Serpieri, già suo insegnante al liceo, di posare come modella. Posso garantire e riprova ne è che quando qualche anno dopo si trasferì in Sud America comtinuò con quel lavoro.Caso vuole che negli anni seguenti Eleueri Serpieri pubblica un fumetto di fantascienza con una protagonista giovane e bella intitolandolo “Druuna”.L’eroina ha le fattezze della Dunia che io avevo conosciuto e così mi ritrovai a comprare le varie edizioni che uscivano.Della vera Dunia restava un ricordo positivo e piacevole finché quel nome su Facebook mi suonò familiare. Talmente raro che in calce a quel post scrivo: Se tu sei Dunia io sono Pino Cino.Il giorno dopo ricevo una risposta festosa con relativo numero di telefono. Riassunto rapido del quasi mezzo secolo per strade diverse e lontane poi l’invito a venirmi a trovare nella casa in cui abito alle porte di Roma.Abbracci, lei ha la pretesa di riconoscermi e poi ci mettiamo a raccontare quel che è stato di noi dopo quel incontro antico.Dunia mi parla della vita triste e coraggiosissima che ha avuto e sempre con il sorriso in volto; dice di non aver mai saputo della Druuna del fumetto. Diventa una buona amica inserendosi nel gruppetto di amici che da me si raccolgono per i pranzi della domenica.Scopro così una bella persona, solare nonostante i trascorsi con l’eroina, la fuga dall’Italia e gli anni in Centro America; il rientro a Roma e l’impegno stracolmo d’amore per crescere da sola un bambino down avuto con un sudamericano presto scomparso.Il piccolo muore quando ormai ha vent’anni e poco dopo Dunia scopre di avere il cancro con cui combatte senza mai perdere sorriso e coraggio.Ben felice di averla ritrovata e di darle spinte verso quel coraggio che del resto sembra non essere mai venuto meno.Di quel che è stata la sua vita ha scritto qualche sprazzo sulle pagine del Decameronesocial, poi dopo un anno di incontri, da due mesi soltanto telefonici per il maledetto Covid, ha dovuto affrontare un’altra chemio e lì se ne è andata. Ieri.Non amo cose tipo RIP o la terra ti sia lieve, preferisco esprimere qui sul Decamerone che tanto ti piaceva una testimonianza del mio amore per te e un grazie di esistere che continuerà fintanto che io e quanti altri ti hanno voluto bene ci saremo. Ciao Dunia.
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Una risposta
Ciao Dunia