Lucia Sellan
05 04 2020
Aulì, ulè che ta musee che ta profita lusinghee tulilèm, blèm, blom tulilèm, blèm blam
Le corse avanti e indietro fuori e dentro le colonne. Grida di bambini. Lo scalpiccìo dei piedi,rimbombo di cavalleria.
Aulì, ulè
Corri! Corri! Corri che ti prende!
Ma chi? Ma cosa…cosa mi prende? Non c’è nessuno.
E’ l’Incubo che ti prende.
Hai paura?
No.
E se ti prende?
Non mi prende.
Ti prende. Segui le linee curve dei suoi tatuaggi, credi di leggerlo, vetri policromi ti abbagliano,festosi, tu credi, l’apice laterale di un piacere surreale,la sacralità supina e inerme.
Mi sosterrà la forza. Sarà la prima colonna a crollare.
Mi sosterrà la ragione. Non la senti sgretolare?
Mi sosterrà il cuore. E’ perso nel labirinto.
L’andrò a cercare. Non potrai più tornare.
Aulì, ulè…tocca proprio a…te
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Un fremito, un brivido, scappo… non mi prendi!
è vero. una fuga. da che? ci piace
dalla Peste!
grazie
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