Ho letto con piacere tutti i diari di viaggio e sinceramente ero indeciso se scrivere il mio. La indecisione deriva dal fatto che non so’ scrivere e raccontare. A scuola nei temi ero una capra. Poi ho finito di tinteggiare tutte le pareti di casa e allora mi sono detto bando alla vergogna e vediamo di ricordare il primo viaggio verso la porta dell’oriente. Anno 1969 viaggio ad Istanbul. Dopo aver passato un autunno a Londra con Pierfranco,Muzio,Stefano parolaccia e Giorgio Capone e una invernata all’universita’ per quel poco che era aperta,Capanna ordinava sempre occupazioni, pensavo di essermi meritato un viaggio .Intorno alla meta’ di giugno mi viene il plurito , devo andare ad Istanbul. Dovevo trovare un compagno ma ormai era un po’ tardi cosi ho ripiegato con un compagno di scuola di una mia amica . Nella sua classe del Visconti ero conosciuto per aver “modificato ” le carte di identita’ visto che al Piper a volte la chiedevano.Non ricordo il nome pero e’ stato un compagno di viaggio eccezzionale.Fine Giugno finalmente si parte zaino,sacco a pelo, 90 dollari. Treno Roma Brindisi super affollato,caldo bestiale , sedili di velluto. Traghetto Brindisi Smirne, due giorni di navigazione passati davanti a isole stupende alcune piccolissime anche con una sola casa e gente che si sbracciava.Arrivati in prima mattina a Smirne e chieste informazioni ,con non poche difficolta’ ,visto il n/s scarso inglese e decente francese raggiungiamo a piedi la stazione ferroviaria. Dopo aver fatto i biglietti per Bandirma con partenza alle 14.30 e arrivo alle 22.30 per quasi 300km. Ora del pasto , di fronte alla stazione un locale che pensavamo fosse stato un ristorante. C’erano tavolini con sedie e un grosso pentolone dove bolliva della brodaglia con una miriade di moscerini che galleggiavano. Con forza di stomaco e gran quantita’ di pane riusciamo a mangiare.Ora della partenza . Il treno era una ” littorina” diesel Fiat officine Brema.Durante il viaggio abbiamo fatto amicizia con dei ragazzi francesi ricevendo notizie utili pet Istambul. Durante il tragitto il treno quando era in prossimita’ di villaggi rallentava e veniva seguito da una ciurma di ragazzini urlanti.Nel contempo dai finestrini volavano alcuni giornali.I ragazzi francesi hanno chiarito che i bambini urlavano “gazette” e chiedevano giornali per poter conoscere le notizie del mondo.Finalmente arriviamo a Bandirma con la stazione a ridosso del porto. Fatti i biglietti del traghetto ci imbarchiamo. Grossa sorpresa ! Siamo entrati in una grossa stiva tutta sgombra senza sedili ,paglia in terra ed era piena di persone,pecore, galline, soldati armati con carcerati incatenati. Sembrava di essere stati catapultati in un film.Eravamo al centro dell’attenzione tutti ci guardavano ,la paura era tanta. Per non addommentarmi ogni tanto mi affacciavo ad un piccolo oblo’ ,pero’ invece di aria fresca di mare c’era una puzza bestiale di stalla. Non riuscivo a capire il motivo, puzza di stalla in mezzo al mare . Piano piano i turchi si facevano sempre piu’ curiosi si avvicinavano e hanno iniziato a farci domande. Prima hanno chiesto con aria seria se eravami tedeschi , poi francesi e quando hanno saputo che eravamo Italiani con un gran sorriso qualcuno ha escamato “Rivera,Facchetti, Mazzola, e grandi pacche sulle spalle. Finalmente ci siamo addormentati. All’alba decido di prendere un po’ d’aria e cerco di raggiungere il ponte . Appena sbuco dalle scalette mi ritrovo in mezzo ad un gregge di pecore e capre. Praticamente il ponte era una distesa di ovini, ecco da dove veniva la puzza di stalla. In lontananza tra la nebbia si intravedeva il Bosforo. Fine prima parte.
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